“Non c’è Paese al mondo, quantomeno tra quelli più moderni e industrializzati, che abbia visto come è accaduto in Italia negli ultimi 2 decenni succedersi 14 riforme, o controriforme, del processo civile, ovvero uno degli ingranaggi fondamentali per il funzionamento della macchina dello Stato.
A rimanere stritolati in questi ingranaggi sono innanzitutto i cittadini, che devono mettere mano al portafogli se vogliono esercitare il diritto alla giustizia, e gli avvocati, esasperati dalla politica che li tiene a margine del confronto, salvo quando c’è da individuare il capro espiatorio del cattivo funzionamento della giustizia”.
Lo dichiara il segretario generale dell’ANF Ester Perifano, intervenuta alla Conferenza nazionale dell’avvocatura organizzata dall’Oua a Napoli.
“Alla luce di tutto questo dunque non stupisce l’accoglienza che è stata riservata al sottosegretario alla Giustizia Ferri, ma – continua Perifano – non soddisfa la risposta che a questo malessere viene dato dalle rappresentanze nazionali dell’avvocatura.
L’astensione di 3 giorni degli avvocati dalle udienze annunciato del presidente dell’Oua Marino rischia di essere uno “stanco rituale”, parafrasando quanto detto dal presidente dell’Authority di garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali.Gli avvocati non possono abbandonare le giurisdizione pubblica, ma si offrono di contribuire ad una sua effettiva ed efficace riforma, poiche’ sappiamo tutti che e’ necessaria una maggiore efficienza.
“E su questo punto – aggiunge Perifano – occorre molta attenzione nei confronti della proposta avanzata dal presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa, perchè un sostegno tout court alle giustizie ‘private’ rischia di offrire ulteriori argomentazioni a chi vuole ridurre il ruolo degli avvocati. Quanto alla partecipazione degli avvocati all’attivita’ dell’ufficio legislativo del Ministero della Giustizia, fermo restando che gia’ oggi la legge ne prevede la possibilita’, e’ opportuno che in linea di principio ne venga sollecitata l’attuazione , a condizione pero’ che gli avvocati che eventualmente dovessero essere indicati siano rappresentativi di tutte le numerose realta’ che esistono oggi nel mondo forense”.
“Sarebbe una partecipazione diretta ai processi decisionali dell’esecutivo, e garantirebbe una maggiore vicinanza alle reali esigenze dei cittadini, e non solo a quelle dei gruppi e delle assicurazioni” – conclude Perifano.