Per la prima volta un’organizzazione islamica in Italia scende in campo per difendere un’istituzione pubblica nazionale dagli attacchi di una parte del mondo politico. La Confederazione islamica italiana (Cii), per firma del suo presidente, Mustapha Hajraoui, ha chiesto al governo italiano di “garantire la sopravvivenza dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (Unar)” dopo le polemiche dei giorni scorsi, quando la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha attaccato questa istituzione che l’aveva ripresa per le sue parole contro gli immigrati musulmani.
Nella missiva, indirizzata al premier Matteo Renzi, la Confederazione islamica spiega che “senza entrare nei termini del recente dibattito politico, relativamente alla questione immigrazione, intendo esprimerLe la nostra sincera stima per la posizione espressa dal Governo, attraverso le dichiarazioni del Ministro Boschi, di garantire la sopravvivenza dell’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) – diretto dal Consigliere dott. Marco De Giorgi – che rappresenta lo strumento istituzionale per vigilare contro le discriminazioni di carattere culturale e religioso, per la garanzia dell’effettività di parità di trattamento fra le persone”.
Nella lettera l’esponente islamico spiega che “la Confederazione Islamica Italiana, in linea con la propria Carta dei Valori, ha intrapreso un percorso di integrazione crescente a livello nazionale, coniugando, in modo indissolubile, i principi fondanti dell’islamicità e dell’italianità. I musulmani in Italia, cittadini italiani e residenti stranieri, sono parte integrante di questa società e seguono percorsi culturali e democratici che ne consentano l’armonizzazione nel contesto nazionale, conformemente ai principi fondanti della Repubblica italiana. Il nostro impegno quotidiano per risolvere i problemi legati all’integrazione, al dialogo interreligioso, interculturale e istituzionale nei diversi contesti regionali è la testimonianza concreta del delicato processo di integrazione in corso, intesa come rispetto delle diverse identità, come non esclusione, come non discriminazione”.
Per quanto riguarda il caso dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, si legge che “la Confederazione Islamica Italiana ha avuto la possibilità di collaborare con il Direttore dell’UNAR che si è sempre distinto per la serietà con cui ha ricoperto il suo incarico e per il profondo senso istituzionale della sua missione. Si tratta, Signor Presidente, di un Ufficio che, in funzione dei propri incarichi istituzionali di vigilanza contro i comportamenti discriminatori e razziali, garantisce la tutela degli elementari diritti di persone e di credenti, sanciti dall’art 3 della Costituzione Repubblicana. Siamo pertanto a chiederLe, Signor Presidente, un Suo autorevole intervento affinché tutti i musulmani d’Italia, preoccupati dalle recenti vicende, si sentano tutelati dalla pericolosità del cosiddetto “hate speech” e dall’incitamento all’odio razziale e religioso, capaci di degenerare in espressioni di violenza ed inaccettabili atti discriminatori che violano il principio della uguaglianza”.