Il classico appuntamento dei sindacati a piazza San Giovanni a Roma si è concluso tra le polemiche. Tutta l’attenzione politica e mediatica si è concentrata su Piero Pelù, il rocker più apprezzato per la fava e per, da molte sperata pecorina, che non per le canzoni. Il più bel posteriore del cosiddetto Rock italiano, infatti, ha detto che “Renzi è il boy scout di Licio Gelli”.
Apriti cielo. Ma come si è permesso? Come ha osato? E giù prese di distanze, riprovazioni e indignazioni varie. Pina Picierno, capolista del PD alle europee per la circoscrizione sud, replica immediatamente: “probabilmente Pelù era impegnato nella registrazione di “The Voice” e non si è accorto di quanto stava avvenendo nel nostro paese, forse non sa che gli 80 euro che il governo Renzi ha deciso di ridistribuire a chi ha sempre pagato, non sono un’elemosina, come l’ha definita lui, ma il primo passo verso l’equità sociale che noi del PD vogliamo assolutamente riportare in questo paese. Mi dispiace –conclude – che a dire no a questi 80 euro sia una persona fortunata e benestante, grazie al suo talento. Ogni tanto però bisognerebbe uscire dai panni del rocker milionario e indossare quelli di chi vive con mille euro al mese”.
Giusto. Brava la Picierno. Ogni tanto, però, bisognerebbe disertare il concertone del 1° maggio, abbandonare facebook, trascurare twitter e farsi una passeggiata per le vie delle nostre città. Se lo avesse fatto, la Picierno si sarebbe accorta che molti negozi erano aperti, soprattutto supermercati e centri commerciali e che addirittura molti call center erano attivi. In altri termini avrebbe capito che, da quella che una volta era la festa dei lavoratori, oggi sono esclusi i precari, i sotto occupati, quelli con i contratti a progetto o a tempo determinato e i lavoratori in nero. Insomma avrebbe preso coscienza che il 1° maggio è diventata la festa dei lavoratori garantiti. E se la Camusso l’avesse accompagnata, forse avrebbe capito che la CGIL, il sindacato da lei diretto, ha perso la funzione per cui era nato: difendere gli indifesi, gli ultimi. Garantire i diritti ai lavoratori più disagiati: giovani, precari o extracomunitari che siano. Quelli che gli 80 euro non li prenderanno mai. Ma del resto Renzi e i renzini, costoro li chiamano “incapienti” che, stando al dizionario, sono coloro che “non hanno abbastanza denaro per saldare i debiti”. Come se fosse una colpa. Gli stessi che San Francesco chiamava poveri e Marx sfruttati. Ma si sa, il giovane Renzi ha cambiato verso. Peccato che somigli a un versaccio, a un insultante rutto in faccia a tutti noi.