Sono ben 446 le case famiglia della Papa Giovanni XXIII nel mondo che ospitano la gente in difficoltà, i bimbi maltrattati. In questo periodo sono 2128 le persone accolte, di cui di cui 1422 nelle case famiglia attive in Italia e 706 in altri Paesi del mondo.
Tra gli accolti in Italia, 450 sono minorenni, 927 di età compresa tra i 18 e i 65 anni, 45 sono persone anziane. Di queste persone 404 sono coloro che vivono in condizioni di disabilità, in molti casi gravissima, 388 accolti vengono da situazioni di disagio familiare, gli altri da varie storie di disagio ed emarginazione. In Italia c’è il numero maggiore di strutture di accoglienza, sono ben 346, dislocate in tutte le regioni italiane. Nonostante la crisi in questi ultimi anni, sono quaranta le nuove case che accolgono le persone in difficoltà.
La Papa Giovanni XXIII è presente in 32 stati nel mondo con case famiglie e altre tipologie di aiuto. Sono nate nuove varietà d’intervento, come le Comunità Educanti con i carcerati, l’Albergo Sociale e il Poliambulatorio gratuito. Quattro sono anche le nuove Capanne di Betlemme, per rispondere alle situazioni di povertà estrema e alle emergenze. «Un aspetto che distingue le nostre case famiglia da altre strutture è la presenza di un papà e una mamma che vivono lì a tempo pieno – rileva il responsabile generale dell’associazione Giovanni Ramonda – per cui i minori accolti trovano una vera famiglia e non operatori a turno, come avviene in altre strutture che impropriamente vengono definite familiari».
L’aspetto più bello di questa iniziativa non sono i numeri di assistiti o la quantità di case, ma che queste realtà sono portate avanti da individui normali, o addirittura da persone recuperate che ora aiutano chi è in difficoltà. Sono uomini che hanno voluto mettere in pratica le parole del Vangelo: “Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi”. In tutte le case della Papa Giovanni XXIII che fanno accoglienza, c’è sempre una stanza per la preghiera con un tabernacolo eucaristico, ed è definito dai volontari dell’associazione il punto più importante di ogni centro di accoglienza. Molto bella la storia di Mario Muratori, un cinquant’enne di Forlì, che è stato un tossicodipendente, ora è il responsabile di una casa famiglia a Giarre in Sicilia, che ospita 12 persone.
Un altro percorso di vita incredibile è quello di Santo Strano catanese doc, rapinatore di professione che ha trascorso in galera circa vent’anni. Ora, grazie all’incontro con una volontaria della Papa Giovanni XXIII, ha cambiato vita ed è da circa un anno in missione in Romania. Santo Stranosi occupa di una casa famiglia a Bucarest e scende nelle fogne per aiutare i poveri che vivono nel sottosuolo. Altra storia intensa è quella di una coppia, Bruno De Luca e Rosalba Gentile, che nel catanese accolgono a casa loro un ragazzo autistico e un giovane down e autistico. Altri due coniugi, Laura Lubatti piemontese e Marco Lovato veneto, si trovano in Sicilia a Santa Venerina (CT) e gestiscono una casa famiglia con tanti minori.Laura Lubatti ha avviato da oltre dieci anni una compagnia teatrale, dove fa recitare ragazzi provenienti da storie di disagio ed emarginazione, da questa bella esperienza ha scritto anche un libro “Dov’è Pinocchio” di Sempre Comunicazione (la casa editrice della Papa Giovanni XXIII). Irene Ciambezzi è una responsabile di strutture di pronta accoglienza per le vittime della tratta (prostituzione) e ha anche pubblicato più libri, tra cui uno sul problema della prostituzione “Quello che gli occhi non vedono”.
Altri due coniugi, stavolta in provincia di Padova, Marina Birollo e Giancarlo Violetto hanno scelto da oltre vent’anni di accogliere le persone che nessuno vuole: disabili, ragazzi difficili, anziani. Proprio in questi ultimi mesi Marina e Giancarlo hanno accolto una bimba con dei disagi mentali. In tutte queste case vige un amore immenso. Per continuare a dare una casa e una famiglia a chi non ce l’ha la Comunità Papa Giovanni XXIII lancia però un appello: «I dati di bilancio evidenziano come quasi un accolto su due non abbia alcuna copertura economica. Per questo chiediamo l’auto di tutti per continuare a dare una risposta alle decine di richieste che arrivano ogni giorno». Fino al 22 giugno è infatti possibile donare 2 euro alle case famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII inviando un SMS solidale o telefonando da rete fissa al numero 45503. Aiutiamo con un sms le tante case famiglia della Papa Giovanni XXIII o ancora meglio accogliamo anche noi a casa nostra disabili, bambini maltrattati, ex prostitute, anziani, immigrati. Non stiamo più a guardare alla finestra i mali del mondo, occorre l’impegno di tutti.