Disporre di un conto corrente, una carta di credito o una prepagata è un’esigenza di molti. Servizi di questo tipo oltre a permetterci di gestire in modo più comodo e sicuro i nostri risparmi ci consentono di effettuare pagamenti con maggiore agevolezza, semplificano il pagamento delle bollette e l’emissione di bonifici. I consumatori hanno una vasta gamma di opportunità tra cui scegliere, per trovare la soluzione ideale è possibile informarsi sulle carte di credito prepagate per poi confrontarle con altre tipologie di prodotti, come ad esempio le carte revolving, così da capire quale soluzione si avvicini maggiormente al nostro profilo economico.
In tema di carte di credito, una recente sentenza della Corte di Giustizia Europea ha proibito le commissione interbancarie multilaterali in quanto contrarie al diritto di concorrenza. Dopo una lunga battaglia legale la Corte di Giustizia Ue ha respinto il ricorso di MasterCard contro la sentenza del 24 maggio 2012 che confermava la validità della decisione della Commissione che il 19 dicembre 2007.
MasterCard non potrà più applicare le Cim, che vengono pagate dalla banca dell’esercente a quella dell’acquirente per i pagamenti con le sue carte di credito. Secondo l’Europa «le Cmi producono l’effetto di fissare una soglia alle spese fatturate e costituiscono per questo una restrizione alla concorrenza sui prezzi.
Il costo delle commissioni interbancarie ricade sui venditori al dettaglio, e di conseguenza, inevitabilmente sui consumatori, che finiscono per pagare la merce o i servizi acquistati a prezzi maggiorati.Le stesse commissioni, oltre che da MasterCard, vengono applicate da Visa, raggiungendo così oltre il 95% delle transazioni effettuate con carta all’interno dell’Unione Europea.
Il colosso bancario ha commentato la sentenza per mezzo del suo presidente per l’Europa Javier Perez, secondo MasterCard le decisioni dell’Ue sono deludenti ma saranno rispettate. Queste nuove disposizioni faranno sì che le commissioni carte di credito si attestino, nel Mercato Europeo Unico, ad una media ponderata di 0,2% per il debito e 0,3% per il credito.
Attualmente in Italia, l’associazione IEPC (Italian E PaymentCoalition) sta chiedendo all’Ue che delle modifiche vengano apportate anche alle commissioni interbancarie che riguardano i pagamenti elettronici. Nel dettaglio, ad essere sotto accusa, è il regolamento europeo per i pagamenti elettronici che prevede un tetto unico alle commissioni interbancarie che comporterebbe spese maggiori per i cittadini. Tra le accuse mosse dal Presidente dell’IEPC Antonio Longo quella che il regolamento europeo non si applichi a tutti i circuiti di pagamento, ma solo ai cosiddetti modelli a 4 parti, escludendo gli schemi a 3 parti.
Una normativa confusa, scritta male e poco efficace anche secondo l’IPSOS che in una recente indagine ha registrato lo smarrimento e la sfiducia dei cittadini. Dai dati emerge che il 62% degli intervistati ritiene che il Regolamento vada applicato a tutte le cartee che ai commercianti non debba essere lasciata la possibilità di applicare alcun sovrapprezzo. Il 33% invece è convinto che nessuna carta debba sottostare a un tetto massimo sulle commissioni, mentre solo il 5% è d’accordo con il regolamento così com’è.