Bisogna intervenire subito sui costi dell’energia, sull’accesso al credito, sulla fiscalità di vantaggio fino alla semplificazione normativa. Un paese, riporta il documento della commissione di Montecitorio, non cresce se non punta sull’innovazione tecnologica, se la ricerca e la formazione non avranno un’importanza strategica nell’azione di governo.
Avanzate anche proposte per sostenere progetti di ricerca e di sviluppo per valorizzare la ricerca universitaria con particolare riferimento al trasferimento tecnologico e ai rapporti pubblico/privato.
Un’indagine, questa della X Commissione che è partita il 1° aprile 2009 ed ha visto l’audizione di rappresentanti di tutto il mondo industriale italiano, dai rappresentanti dei vari distretti industriali e manifatturieri a quelli di confindustria, quindi al presidente dell’Autorità garante per la concorrenza ed il mercato, fino alle sindacali. Il documento finale riassume tutto, una sintesi delle audizioni, le misure legislative approvate durante la legislatura, per passare quindi alle proposte riguardanti i vari settori.
Significativa l’audizione del Presidente Catricalà che ha sottolineato un calo numerico delle concentrazioni del 50 % per quanto riguarda gli investimenti di acquisti di imprese rispetto ad altre imprese italiane; un calo unitario in valore che arriva al 70%, il che significa, ha detto il presidente dell’Antitrust «che si è di fronte ad un decremento molto forte della ricchezza delle imprese». E ancora Catricalà ha evidenziato, ma questo non rappresenta certo una novità, che è quantomai necessario uno snellimento burocratico visto l’eccesso di leggi, di duplicazione dei controlli e di sovrapposizioni di competenze. Una semplificazione che non potrà verificarsi se nell’attività della PA non si prevede un momento finale in cui qualcuno si deve assumere la responsabilità della decisione. Né si avrà più efficienza fino a che lo spoils system creerà una stretta dipendenza dell’alta dirigenza dal potere politico, con una deresponsabilizzazione del potere politico stesso, in quanto oggi vige la separazione tra responsabilità politica e responsabilità amministrativa.
Le audizioni hanno quindi evidenziato che la debolezza del nostro sistema industriale dipende da diversi attori: sistema fiscale farraginoso, burocrazia lenta e ridondante, costo elevato dei servizi bancari e delle assicurazioni, mercato del lavoro caratterizzato da un’occupazione scarsamente “tecnologica”.
La ripresa inoltre secondo il documento è lontana soprattutto a causa di una “limitata” incidenza dell’intervento pubblico.
Manca un programma nazionale strategico, dice ancora il documento che punti innanzitutto sull’introduzione di maggiore concorrenza nel settore bancario, su di una politica energetica europea (riduzione combustibili fossili e sviluppo fonti rinnovabili) e sul potenziamento delle infrastrutture. Che punti quindi ad un effettivo snellimento burocratico visto l’eccesso di leggi e la scarsità o duplicazione dei controlli, a modernizzare il sistema produttivo con lo sviluppo delle tecnologie ambientali e dei servizi sociali.
La parte del documento riguardante le iniziative da prendere nel più breve tempo possibile, è molto dettagliata; non si tratta di un programma elettorale ma di interventi necessari e indispensabili per far riprendere, come si dice in questi casi, il sistema Paese. I toni non sono allarmanti, ma occorrerebbe a questo punto un esecutivo forte che prenda in mano il documento e lo traduca in provvedimenti urgenti per lo sviluppo.
Nel frattempo il ministro Giulio Tremonti ha annunciato modifiche al decreto sviluppo che introducano un fisco meno vessatorio: «Basta con gli eccessi fiscali, meno ganasce e meno interessi» ha dichiarato il ministro dell’economia giovedì pomeriggio durante il decennale delle agenzie fiscali in Campidoglio. Verrà presentata una riforma dell’intero sistema, ma nel frattempo arriveranno emendamenti al decreto sviluppo.
Il Fisco ha un’importanza fondamentale nel meccanismo di ripresa del sistema economico del Paese, speriamo solo che a via XX settembre leggano attentamente il dossier della X commissione di Montecitorio.