Il presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa: La specialistà della professione forense è a garanzia della tutela dei diritti dei cittadini, le riforme efficaci non possono prescindere da un confronto reale sul merito delle questioni.
Avviare tra avvocatura e ministero della giustizia un confronto permanente e una consultazione costante sui temi della riforma della professione forense e dell’amministrazione della giustizia. Questa è l’unica strada per garantire riforme efficaci e effettivamente corrispondenti all’esigenza di rendere efficiente il sistema con il coinvolgimento di tutti gli operatori che sono impegnati nell’esercizio della giurisdizione e nella difesa dei diritti”.
Lo ha ribadito oggi il presidente del Cnf Guido Alpa, durante l’incontro a via Arenula con il ministro della giustizia e le componenti istituzionali e associative dell’avvocatura, esprimendo apprezzamento per il ministro che ha accolto le richieste dell’avvocatura di avviare un confronto.
Nell’incontro sono stati affrontati tutti i temi aperti, a partire dal decreto legge Cresci-Italia, rispetto al quale il presidente del Cnf ha ribadito la necessità di stralciare l’articolo 9 (preventivo- parametri- tirocinio). “Le varie norme rasentano la incostituzionalità e l’impraticabilità. L’avvocatura è parte della giurisdizione e per assicurare la piena tutela dei diritti dei cittadini richiede uno statuto autonomo”, ha sottolineato Alpa.
Circa l’intenzione del ministro di avviare una comparazione tra le legislazioni europee in tema di società professionali, Alpa ha evidenziato che in nessun paese della Ue (esclusa la Danimarca) esistono società professionali con soci di puro capitale. In Inghilterra le società sono ammesse solo per i solicitors ma subordinatamente all’autorizzazione della Law Society. “Liberalizzazione”, ha sottolineato Alpa, “significa esaltare la libertà di autorganizzazione delle professioni, con il rispetto degli organi rappresentativi. Per contro negli ultimi decreti è evidente l’intento di contenere le funzioni dei consigli nazionali che, al contrario, sono garanzia di libertà e autonomia del settore”.