Il Presidente del CNF Andrea Mascherin mercoledì 10 giugno ha incontrato a Via Arenula il Ministro della Giustizia Andrea Orlando.
In questa prima riunione dopo il rinnovo della consiliatura, Mascherin ha rappresentato innanzitutto al guardasigilli la volontà del nuovo Consiglio di procedere sulla strada della collaborazione istituzionale sulle riforme, nel rispetto della vocazione dell’Avvocatura e con l’obiettivo di assicurare ai cittadini riforme per una società equa, solidale, e rispettosa dei diritti.
In ordine a questo obiettivo e nel merito delle questioni più puntuali ed urgenti, il presidente degli Avvocati ha segnalato al Ministro il vulnus della nuova legge sul Divorzio breve, che non considera gli accordi di separazione raggiunti dai coniugi con la negoziazione assistita degli avvocati; provocando il paradosso di non poter applicare proprio ad essi i termini brevi.
Sui sistemi alternativi alla giurisdizione in generale, Mascherin ha rappresentato l’opportunità di prevedere incentivi per rafforzare e promuovere queste procedure, comunque altamente professionali e rispettose delle garanzie delle parti.
Ribadendo l’impegno dell’Avvocatura per la migliore organizzazione del servizio Giustizia, Mascherin ha proposto il rafforzamento della presenza degli Avvocati nei Consigli Giudiziari, gli organismi che a livello distrettuale curano l’organizzazione degli Uffici Giudiziari; e ha giudicato maturi i tempi per inserire l’Avvocatura- come soggetto della giurisdizione e con un ruolo significativo nell’Ufficio legislativo del Ministero, sempre nell’ottica di contribuire a riforme efficienti.
Sulla riforma del processo civile, attualmente all’esame della Camera, il presidente del CNF ha anticipato al Ministro la predisposizione di proposte migliorative del testo per superare alcune criticità, con intento costruttivo e per facilitarne l’applicazione .
Con specifico riferimento ai temi della Professione, Mascherin ha rappresentato al Ministro il problema urgente dello squilibrio delle convenzioni che banche e assicurazioni- per lo più- propongono ai legali, soprattutto i più giovani, a fronte di prestazioni professionali qualificate. “Una situazione non più sostenibile”, ha riferito.
L’incontro ha toccato tutti i temi delle riforme, compresi il ddl concorrenza e il processo telematico, trovando nel Guardasigilli un interlocutore attento e sensibile alle argomentazioni dell’Avvocatura.
Regolamento difesa d’ufficio
La responsabilità sociale dell’Avvocatura si riempie di un importante contenuto: la difesa d’ufficio nel processo penale deve garantire la massima qualità e l’affidabilità durante tutto il procedimento, oltre ad una competenza specifica.
Gli Avvocati, dunque, che chiedono di essere iscritti nell’Elenco unico nazionale dei difensori d’ufficio (che sono i legali che assumono la difesa in giudizio quando l’indagato/imputato non ha nominato un avvocato di sua fiducia) dovranno avere una formazione o competenza specifica e dovranno assicurare la effettività della difesa nell’arco di tutto il processo penale limitando i casi di sostituzione.
E’ stato pubblicato sul sito istituzionale del Consiglio Nazionale Forense il Regolamento interno che disciplina le modalità di inserimento degli avvocati legittimati alla difesa d’ufficio nell’Elenco nazionale, le modalità di tenuta dell’Elenco, e i criteri generali per la nomina caso per caso dei difensori d’ufficio sulla base della prossimità all’Ufficio giudiziario e alla reperibilità.
Il Regolamento è stato approvato dal plenum del CNF lo scorso 22 maggio 2015, previa interlocuzione con l’Unione delle Camere penali.
“L’istituto della difesa d’ufficio è concreta rappresentazione del ruolo sociale dell’Avvocatura, strumento essenziale per il funzionamento della giurisdizione e garanzia della pienezza della tutela dei diritti di tutti e in principal modo di quei soggetti che per la loro debolezza sono esposti a possibili discriminazioni”, spiega la Relazione illustrativa. “Oggi a fronte di fortissime pressioni volte a trasformare il diritto alla difesa in un prodotto da valutarsi esclusivamente in base al costo, ignorandone il ruolo di garanzia dei diritti, indispensabile per l’attuazione dei principi costituzionali, dobbiamo rafforzare la qualità dell’impegno professionale e sociale. Da qui la necessità di disciplinare la difesa d’ufficio così da accentuarne il contenuto di qualità e la sua effettività nel processo”.
Principali elementi di innovazione della disciplina, nell’ottica di un servizio che l’Avvocatura offre alla collettività, sono:
-la istituzione di un Elenco unico nazionale dei difensori d’ufficio, tenuto presso il CNF;
– l’accesso – e la permanenza- in tale elenco da parte degli Avvocati sulla base di requisiti di formazione e/o competenza di natura “specialistica”;
– specifici doveri dei difensori d’ufficio a tutela anche dei soggetti più deboli affidati alla loro difesa.
Gli Ordini forensi eserciteranno il dovuto controllo sugli adempimenti dovuti dai difensori di ufficio con particolare attenzione, intervenendo affinché gli stessi vengano scrupolosamente osservati, segnalando gli illeciti disciplinari che conseguono alla violazione di detti obblighi.
Vigileranno sull’esercizio della giurisdizione affinché la difesa di ufficio sia svolta con piena dignità, senza mortificazioni e discriminazioni; e in particolar modo saranno garanti che la difesa di ufficio sia effettiva, intervenendo affinché la applicazione dell’articolo 97 comma 4 c.p.p. (sostituzione del difensore d’ufficio) nel corso del processo sia limitata ai casi ed ai fini che gli sono propri e non si trasformi in un pregiudizio per il diritto alla difesa degli imputati.
Per approfondimenti sul testo del Regolamento confrontare Allegato.
Allegato tabella Difesa d’ufficio