Dal 2011 ad oggi l’Italia ha visto succedersi ben 3 ministri della Giustizia con la conseguenza dell’impossibile realizzazione di una riforma organica del sistema e con grave danno per il cittadino e per l’economia del Paese. Gli auguri del mondo forense e le indicazioni per non continuare a riformare “a vuoto”.
«Oggi riceviamo la notizia della nomina di Andrea Orlando quale nuovo Guardasigilli e l’augurio che gli rivolgiamo – commenta il presidente AIGA Nicoletta Giorgi – è di saper comprendere l’importanza del dialogo e del confronto con l’Avvocatura e gli operatori della giustizia per intervenire tempestivamente ed efficacemente. Nella calendarizzazione delle riforme preannunciata quella relativa la giustizia dovrà essere attuata quale progetto serio di riforma globale che tenga conto sia della necessità di introdurre strumenti deflattivi extragiurisdizionali attraverso mezzi alternativi di risoluzione delle controversie, sia dell’effettivo recupero dei criteri di concentrazione e speditezza del processo giurisdizionale e del miglior sfruttamento delle risorse economiche destinate alla Giustizia».

IL MINISTRO ORLANDO ASCOLTI L’AVVOCATURA PER NON RIPETERE ERRORI DEI PREDECESSORI
«L’esperienza di chi quotidianamente riceve le istanze dei cittadini e si confronta con le lacune e la lentezza del sistema giustizia – prosegue l’avvocato Giorgi – è contributo fondamentale nel processo di problem solving che si deve affrontare: in questi anni aver sentito parlare di governi tecnici, della necessità di coinvolgere soggetti preparati e al contempo aver lasciato fuori l’Avvocatura dal tavolo di confronto è stata una delle gravi contraddizioni del nostro Paese».

«L’AIGA chiede fin d’ora, quindi, un approccio nuovo – conclude la presidente Giorgi – caratterizzato da un pragmatismo rivolto all’efficienza e all’ammodernamento del sistema giustizia anche al di fuori di schemi ormai desueti. Per questo l’AIGA chiede fin d’ora al nuovo Ministro della Giustizia. di dimostrare con i fatti di non voler ripetere gli errori di chi l’ha preceduto».

Il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Guido Alpa, a nome dell’intero Consiglio ha inviato un telegramma di auguri per l’alto incarico ricevuto al neo ministro della Giustizia Andrea Orlando.
Nel porre gli auguri di un “proficuo lavoro”, il CNF ha assicurato “fattiva collaborazione” quale pieno contributo dell’Avvocatura per riforme efficaci, da predisporre con la cooperazione di tutti gli operatori e in particolare degli Avvocati, che ben conoscono i congegni della macchina giudiziaria e hanno idee, soluzioni e proposte per il recupero dell’efficienza del sistema Giustizia, indispensabile e non più trascurabile motore per la ripresa del Paese.

“E’ nell’interesse generale che il nuovo governo guidato da Matteo Renzi proceda spedito sulla strada delle riforme necessarie al Paese, a partire da quella per una giustizia rapida e a tutela dei diritti del cittadino. Siamo certi che il ministro Orlando, cui rivolgiamo i nostri auguri di buon lavoro, saprà guidare con mano sicura il ministero della Gustizia, grazie alla sua consapevolezza delle problematiche della macchina giudiziaria e imprimerà l’accelerazione necessaria al confronto con le sue varie componenti.”
Lo dichiara il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Ester Perifano, che continua: “L’avvocatura italiana vive, come del resto tutto il Paese, un momento estremamente difficile. Alcune misure fintamente liberalizzatrici di questi anni, il gravoso aumento del contributo unificato, hanno penalizzato fortemente i diritti dei cittadini, colpendo anche l’avvocatura.”

“L’augurio – conclude Perifano – è che questo governo non voglia continuare sulla strada dei precedenti, che hanno indebolito le tutele dei cittadini, e ascolti piuttosto chi si confronta tutti i giorni con le difficoltà del sistema della giustizia italiana.”

Anche l’Associazione nazionale avvocati italiani augura al nuovo Guardasigilli un buon lavoro.
“Abbiamo già avuto modo di apprezzare il nuovo ministro Orlando come responsabile Giustizia PD – ha dichiarato il presidente Anai Maurizio De Tilla – abbiamo condiviso spesso le indicazioni, riconoscendoci nel suo equilibrio e nella sua obiettività.
Fino ad oggi però, gli interventi sulla giustizia sono stati pessimi, involuti e velleitari Bisogna procedere con ordine ed incisività.”
Le priorità che l’ANAI indica sono le seguenti:
– introduzione reale del processo telematico su tutto il territorio nazionale;
– produttività del lavoro giudiziario con incrementi di organico e stabilizzazione anche economica e previdenziale dei giudici laici (da insediare e confermare con criteri di rigida selezione);
– ripristino della legalità nel processo civile con abbandono del filtro in appello, della sentenza con motivazione a pagamento e della obbligatorietà della mediaconciliazione;
– riduzione del contributo per l’accesso alla giustizia;
– ricomposizione del quadro della revisione della geografia giudiziaria con ripristino di alcune sedi giudiziarie (tribunali, sedi distaccate, giudici di pace).
Il presidente De Tilla sottolinea infine: “solo intervenendo subito su queste cinque linee guida si potrà riformare seriamente la giustizia“.

Di Golem

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *