Dopo aver parlato di quello tradizionale e quello contemporaneo, nella terza puntata del nostro viaggio nel mondo del circo ci addentriamo ancora di più in questa forma d’arte in continua evoluzione. Attraverso le storie di due promettenti allievi della Scuola Vertigo di Grugliasco, eccellenza italiana, cerchiamo di svelare come si diventa dei bravi circensi contemporanei.
Il futuro non la spaventa, anche se il presente è appeso a un filo, nel vero senso della parola. Chiara Marchese a 20 anni ha lasciato Catania e ha riempito la sua valigia di tante idee e creatività diretta alla Scuola internazionale di Cirko Vertigo di Grugliasco, vicino Torino, dove si impara a diventare equilibristi, giocolieri, trapezisti.
Chiara, insieme a i suoi compagni provenienti da tutto il mondo, quindici per ogni biennio, ha studiato acrobatica, danza, teatro, ma soprattutto la disciplina nella quale ha deciso di specializzarsi, la corda molle, seguita da uno dei migliori maestri d’Europa, Arian Miluka. E oggi prepara di nuovo la sua valigia, diretta in Francia.
E’ infatti la prima acrobata italiana ad essere ammessa, in venticinque anni di esistenza, al Centre National des Arts du Cirque di Chalons en Champagne, una prestigiosa università dove ci si specializza nelle arti del circo contemporaneo.
L’abbiamo contattata per farci raccontare la sua esperienza e capire come si può imparare a restare in equilibrio su una ruota sospesa su un filo come fa lei nel numero che ha creato, “la filo ruota suona” ed essere un’«equilibrista alla ricerca del suo coraggio», come scrive sul suo sito.
«Imparare le tecniche del circo significa innanzitutto lavorare sulle proprie paure e cercare quotidianamente di lottare per superarle. Ho cominciato con un gruppo di artisti di strada a Catania, la mia città d’origine, e poi mi sono iscritta all’Accademia di Belle Arti. Mi affascinavano in particolare gli spettacoli del Cinque Éloize (ndr la seconda più importante compagnia di circo contemporaneo, anch’essa canadese, dopo il Cirque du Soleil), sapevo di voler fare un lavoro di espressione, che riuscisse a darmi delle basi tecniche per creare con il mio corpo. Anche mentre frequentavo l’Accademia, attraverso i disegni, cercavo di riprodurre la poesia del circo, sentivo che dentro di me pulsava la voglia di interpretarla».
Il disegno è stata la prima passione di Chiara insieme alla giocoleria e alla Scuola Vertigo ha avuto modo di sprigionare tutta la sua creatività.
«La giornata nella scuola è molto impegnativa e le lezioni, nelle varie discipline, vanno avanti fino al pomeriggio. Dopo sta a noi mettere insieme i pezzi e continuare a lavorare nella palestra. La sera siamo sfiniti, ma felici».
Due anni di corso nella scuola fino al diploma e in più un anno integrativo per Chiara che adesso proseguirà a specializzarsi nella sua disciplina al Centre National des Arts du Cirque di Chalons en Champagne dove ha superato le preselezioni e il provino.
«Al Cnac continuerò per tre anni a specializzarmi nella mia disciplina oltre a studiare le altre materie, la danza, il teatro, la composizione scenica e, una novità, anche la musica. La cosa bella che mi entusiasma di più è che al centro di Chalons en Champagne l’allievo viene aiutato a consolidare il linguaggio personale. Ogni artista è interprete dell’opera che sta rappresentando, che è il suo numero, e ognuno deve tirar fuori il proprio stile».
La ricerca di un proprio linguaggio, la voglia di sprigionare creatività, ma anche la necessità di raccontare la società di oggi. Chi pratica il circo contemporaneo non vuole trasmettere stupore con i propri esercizi, ma semmai vuole far riflettere.
Parlando con i giovani circensi che si sono formati alla scuola Vertigo sembra prevalere, rispetto al circo tradizionale, un forte intento sociale, lo spettacolo non è più fine a se stesso, ma pienamente calato nella realtà.
Edoardo Ramojno, 22 anni, specializzato in cinghie aree, sta per prendere il diploma nella scuola di Grugliasco e ci racconta in particolare dello spettacolo di cui è stato interprete insieme ai suoi compagni sul lavoro in fabbrica.
«Al termine del secondo anno abbiamo l’opportunità andare in tournee. Quest’anno, in collaborazione con la cooperativa Arcobaleno e con la regia dell’insegnante di teatro, abbiamo realizzato uno spettacolo sul mondo in fabbrica portando in scena le storie quotidiane dei protagonisti, gli operai e i capi reparto, e i momenti di tensione, gli scioperi e le proteste».
Edoardo si è avvicinato al mondo del circo per caso. Ha sempre praticato sport e dopo il liceo classico si è iscritto all’università, al Dams, finché gli si è presentata l’opportunità di partecipare alle selezioni della scuola Vertigo e le ha superate.
«C’è chi inizia da piccolo o nasce comunque in una famiglia di circensi. Nel mio caso, ho sempre avuto il sogno di poter creare con il mio corpo, ma l’occasione per cominciare a sviluppare questa passione è arrivata appunto per caso».
E dopo due anni di lavoro sodo e sacrifici, anche per Edoardo si sono aperte grandi opportunità. E’ stato infatti selezionato dalla compagnia di danza di Avi Kaiser, che lavora tra la Germania e Israele.
Valigia pronta quindi anche per lui e due tappe certe, Düsseldorf e Tel Aviv, nell’immediato e poi chissà. Anche se questi giovani artisti sembrano di non aver paura dell’incertezza lavorativa.
«Se temi il precariato – ci dice – non fai certo questo mestiere. E’ una scelta di passione».
In un momento in cui il lavoro ce lo si deve inventare, meglio quindi investire in creatività.
E chi ha talento e creatività innata, parte sicuramente con una marcia in più.