Linda Di Dio è una giovane siciliana produttrice di Film, è Direttore di Produzione della casa cinematografica Arbash.
In questi tempi di crisi, come riesci a produrre film di qualità, pellicole che lanciano messaggi importanti, ma che di fatto non interessano alla grande distribuzione italiana, che chiede film “leggeri” ?
Produrre film in questo momento storico che ormai dura da anni è sempre più difficile, a maggior ragione per le case di produzione indipendenti come la nostra. Ma l’impegno, la costanza,il credere in quello che si fa e soprattutto la “libertà”, a prescindere da ciò che vorrebbe la grande distribuzione, penso che non abbia prezzo! Per il resto sono felice di scommettere su film “impegnati” o come dici tu che “lanciano messaggi” di fronte alla desertificazione di pensiero e di idee che ci circondano, cominciando dalla tv e per finire al cinema.
Hai in programmazione nei cinema e nelle scuole il tuo ultimo film che hai prodotto “Biagio” che narra la storia di un uomo che ha lasciato tutto per aiutare i poveri. Come mai hai scelto di parlare di un argomento così delicato invece di trattare tematiche più abbordabili , con cui è molto più facile fare cassa?
Perché penso che era il momento giusto per affrontare questi temi: solidarietà, spiritualità, rispetto per il pianeta, amore per la natura e amore verso gli altri. Il film non vuole dare delle risposte, ce ne guarderemmo bene! Ma sicuramente può fare sorgere in ognuno di noi una riflessione, sull’esempio del percorso di Biagio! Ormai siamo sopraffatti dai mass media, social network, che ti impongono cosa devi pensare, cosa devi comprare, cosa devi scegliere ecc…. Più “Like” raggiungi più vali. Sembra assurdo ma è così fondamentalmente per tutti. Sono felice del percorso del film: ha vinto numerosi premi e un festival, quello dei popoli e delle religioni, è stato messo in onda la domenica di Pasqua su Rai 3 e adesso l’uscita home video nelle Librerie Paoline e il 12 maggio in edicola allegato a Famiglia Cristiana.
Ho saputo che conoscere Fratel Biagio, le missioni che lui porta avanti dove accoglie 1000 poveri , ti ha cambiato. Mi vuoi raccontare cosa è successo in te? So anche che qualche volta vai ad ascoltare la messa in Missione, in via Archirafi a Palermo.
Si è vero! La conoscenza di Fratel Biagio e della Missione è arrivata in un momento personale particolare della mia vita…. Ho rimesso tutto in discussione e sono ripartita da zero. La verità e la semplicità dei volti dei fratelli della Missione ti mettono a nudo. Ma soprattutto ho riscoperto il valore della fede, nella dimensione più vera spogliata dai dogmatismi. Io provengo da una famiglia molto cattolica, in passato, da adolescente sono stata molto attiva in Chiesa, poi crescendo gli impegni universitari, la laurea, il lavoro… Mi hanno fatto mettere da parte Dio, come se una cosa escludesse l’altra. Naturalmente mi sbagliavo! Oggi , quando sono a Palermo, vado spesso la domenica in Missione a Messa. E’ un momento di grande gioia e condivisione con i fratelli ultimi. Devo dire che ritorno rigenerata a casa. E’ pazzesco dovrei invertire il discorso e dire che sono io che dò ai fratelli e invece sono loro che mi restituiscono con i loro sguardi sereni, sorrisi e abbracci la sensazione di stare in pace con il mondo.
E’ vero che ora cerchi di aiutare le Missioni di Fratel Biago e che con questo film hai l’obiettivo,assieme a Pasquale Scimeca il regista della pellicola, di lanciare nella gente, nei giovani, il seme della solidarietà? Spesso, quando c’è una proiezione nelle scuole, nei cinema, sei lì a fare una breve testimonianza, come mai?
Abbiamo girato tanto per i cinema, i festival, le scuole e ti posso dire che alla fine di ogni proiezione è sempre una nuova scoperta. Ovunque sono scaturite belle riflessioni, a volte anche testimonianze spontanee e tutto questo dopo la visione del film, allora pensi che ne è valsa la pena, che quello che volevi trasmettere con il film è arrivato. E di questo si può essere solo felici e riconoscenti.
Tu sei di fatto un’ imprenditrice, anche se di cinema. Ci racconti cosa vuol dire essere imprenditori donna in Sicilia?
Vuol dire con l’Arbash mandare avanti con serietà ed onestà il proprio lavoro, vuol dire non piegarsi a compromessi o a logiche che purtroppo ormai fanno parte del pensare comune, ma nello stesso tempo vuol dire anche scontrarsi con lungaggini burocratiche che spesso fanno scoraggiare e mancare l’ossigeno anziché incentivare il lavoro di una Cooperativa come la nostra. Purtroppo il panorama politico italiano, e non solo siciliano, non è per niente confortante. La strada è ancora lunga per poter pensare ad una macchina burocratica efficiente che pensi al bene dei cittadini.
Quali progetti hai per il futuro? Nell’immaginario della gente chi produce film fa una vita mirabolante, successi, ricchezze favolose, anche la tua è così?
Appunto hai detto bene: nell’immaginario. Non è il mio caso, vivo del mio lavoro e mi basta.
i successi o il consenso non dispiacciono, sono sincera, vuol dire che i sacrifici sono valsi a qualcosa, ma il bello è condividerli con le persone che hai nel cuore e con i compagni di lavoro, in primis con i ragazzi che lavorano spesso sui nostri film. Per me spesso il concetto di troupe è un concetto di famiglia che va oltre il momento delle riprese!
Linda ho apprezzato il tuo lavoro di produttrice con questo tuo ultimo film, qual è il tuo desiderio più grande?
Non lo so Riccardo…. O meglio forse lo so! Non è per niente una domanda banale… ma se poi lo svelo il mio desiderio non si avvera più…