Continuano le manifestazioni dei sindaci, dei cittadini e degli avvocati contro la chiusura di circa 1000 uffici giudiziari, decisa dal Governo. Oggi il presidente dell’Oua, Maurizio De Tilla, insieme al componente dell’ufficio di segreteria, Lucio Chimento, interviene alle 15 a Rossano a un’assemblea di protesta. Intanto, il giudice del lavoro, su ricorso dei dipendenti, ha impugnato gli atti relativi alla chiusura del locale tribunale.
Il magistrato fa riferimento a quei provvedimenti conseguenti al provvedimento di revisione della geografia giudiziaria: l’accordo sindacale siglato presso il Ministero della Giustizia il 9 ottobre 2012, la Circolare del Ministero della Giustizia n.5116 del 15 ottobre 2012 diramata dalla Corte d’Appello di Catanzaro e dalla Procura della Repubblica Generale di Catanzaro (prot. n. 12725 del 19/10/2012), nonché l’interpello distrettuale finalizzato alla ridistribuzione del personale perdente posto ed alla copertura dei posti vacanti nel distretto della Corte d’Appello di Catanzaro in funzione della riorganizzazione degli Uffici Giudiziari. L’udienza è fissata per il 16 gennaio.
Per il giudice, gli atti impugnati sono “gravemente lesivi dei diritti dei ricorrenti” e tra gli altri aspetti valuta “che quasi tutti i ricorrenti vantano l’impeccabile svolgimento di un attività professionale decennale presso il Tribunale di Rossano e dunque grave sarebbe il disagio arrecato da un trasferimento paventato in maniera improvvisa come un fulmine a ciel sereno, dovuto alla celerità con la quale sono stati emanati i provvedimenti, dei quali più avanti si dirà, che hanno sconvolto la geografia giudiziaria del territorio calabrese e nazionale”.
Il presidente dell’Oua, Maurizio de Tilla, non manca di sottolineare che questo di Rossano «è il secondo caso dopo Sulmona e che gli atti impugnati dai dipendenti vittime di questa scellerata decisione, come rileva lo stesso magistrato, sono “gravemente lesivi dei diritti dei ricorrenti”. Due sospensioni che si accompagnano alla decine di ricorsi al Tar presentati dall’Oua in molte Regioni, e segnatamente Tar Sardegna, Tar Emilia-Romagna, Tar Basilicata, Tar Lazio, perché questo provvedimento di revisione della geografia giudiziaria è palesemente incostituzionale. Gli ordini forensi stanno affiancando l’Oua nella battaglia giudiziaria».
«La scelta più saggia da parte del Governo, a questo punto – conclude de Tilla – è quella di rivedere la materia aprendo un confronto, la più irrazionale, invece, è continuare a perseverare in una strada lastricata di ricorsi e di evidenti illegittimità, fino ad essere travolti, come già avvenuto con la bocciatura dell’obbligatorietà della mediazione. Si rafforzano, intanto, le proposte di protesta: in un’altra manifestazione tenutasi a Melfi, sabato, è stata avanzata anche quella delle dimissioni di massa dei sindaci colpiti da questi tagli. I cittadini sono sfiduciati e arrabbiati, chiudono gli ospedali, i tribunali, i servizi sociali si comprimono. È una situazione intollerabile».