La polemica tra Francesco Borgonovo giornalista di Libero e Carlo Freccero riassume a meraviglia a che punto si trovi l’Italia di oggi nel rapporto col potere, la censura, l’industria culturale, e cosa si intende soprattutto per “libertà” del dopo Berlusconi ma del perenne berlusconismo dal quale ancora non si accenna a uscire.
Il caso nasce da una serie spagnola “Chimica o Fisica” (“Física o química” trasmessa su Antena 3 dal febbraio 2008) che in patria è già alla settima edizione.
In Italia, paese europeo ormai senza un immaginario proprio ma solo preso in prestito da altri paesi, la serie è stata acquistata da Carlo Freccero per la rete digitale terrestre Rai 4 che dirige con pochissimi fondi ma con ottimi risultati di audience e di raccolta pubblicitaria.
La serie viene trasmessa la mattina e il pomeriggio, in quelli che sarebbero orari di fascia protetta.
La storia si svolge in una scuola privata, l’istituto Zurbaran, in cui dei giovani si confrontano con i problemi tipici della loro età e dei tempi, le difficoltà eterne di diventare adulti, l’approccio al sesso e, argomento dello scandalo, anche all’omosessualità.
Un tema delicato anche per la Spagna di Zapatero rimasta profondamente machista.
Questo è il tessuto sul quale si intrecciano le storie. Come sempre avviene in un lungo racconto, si avrebbe il tempo anche di non procedere per stereotipi unicamente, ma di far crescere la storia, e quindi i dubbi, le esitazioni, i problemi interni e esterni di ogni personaggio. Un’occasione che a quanto pare la serie spagnola sfrutta poco (poiché l’audience è un problema di fondi, quindi di investimenti) ricorrendo spesso a scene di sesso, o meglio di banalizzazione del sesso, e ripetendo di fatto ciò che il marketing globale propone: la gestione del corpo, della sessualità per creare nuovi consumatori. Creando di fatto consumatori compulsivi che non consumano più . Emblematico in questo senso fu il poster Ikea che raffigurava due omosessuali ( cioè due nuovi tipi di consumatori) e che fece reagire, al solito fuori posto, l’allora ministro Carlo Giovanardi. Così, la battaglia di una multinazionale, fortemente discussa per le politiche con i suoi lavoratori, venne invece sostenuta e divenne un grottesco simbolo di battaglia per i diritti gay.
E alla fine, ci si ritrova sempre a dover difendere – poiché la censura è odiosa – quello che illusoriamente è considerato il suo contrario: lo sfruttamento del corpo e del sesso per fini di mercato. Cioè un’autostrada per la fine della dignità umana. Questo avviene appunto in mancanza di alternative culturali e di investimenti seri in nuove produzioni artistiche, e in logiche nuove e diverse di gestione della cultura.
E’ tuttavia vero che anche se in un contesto non sempre sano, alcuni contenuti passano. Come la messa in ridicolo per chi ha paura del diverso, l’impopolarità dell’omofobo. Soprattutto una simile serie è un utile (e anche allarmante) luce per i genitori affinché si avvedano dei reali temi, mai discussi e mai trattati da nessuna parte, che invece animano i pensieri degli adolescenti. E di quanto dunque tutto il sistema scolastico e l’educazione parentale siano generalmente lontani dai giovani di oggi. Fino a che non escono i dati sul tasso di prostituzione e sul consumo di alcol tra ragazzi.
La serie “Chimica o Fisica” trasmessa da Rai 4 ha suscitato la reazione indignata di un giornalista di Libero, Francesco Borgonovo. Il giornalista, dimenticando del tutto che il suo giornale ha servito e difeso Berlusconi, le orge, i racconti veri delle prostitute, alcune delle quali entrate nella res publica e pagate dalla collettività, e tutto il reality politico che ha inghiottito l’Italia in una serie tv pornografica senza fine, scrive a commento un passaggio di questo tipo:
“Non sono tanto i nudi o i gemiti o gli atti sessuali che scandalizzano. Piuttosto il messaggio. La serie nasce nella Spagna di Zapatero e ne incarna gli ideali: libertà uguale assenza di regole”.
Che sarebbe appunto la sintesi dell’ideologia berlusconiana. L’ assenza di regole.
Borgonovo, che sta parlando in realtà (senza saperlo, forse) di Berlusconi e dell’Italia degli ultimi tre anni e non di una serie tv, aggiunge infatti:
“La sfera sessuale è resa pubblica fino alla nausea. Chiunque esprima idee anche vagamente «conservatrici» è dipinto come un imbecille. Lo studente Quino, cattolico, appare come un cretino patentato fino a che insiste a mantenersi casto. Quando finalmente decide di concedersi alla compagna Alma (vediamo quasi tutto, nella vasca piena di schiuma) allora comincia a sembrare più intelligente. Tutti vanno con tutti, senza posa e senza problemi, le famiglie non esistono, e se sembrano «tradizionali» rivelano presto vergognosi lati oscuri”.
Sarebbe perfino crudele e vigliacco girare a Libero gli indicibili articoli scritti sulla libertà di andare a prostitute, e pure minori, o sulla libertà di “ vendere il proprio corpo” per fare politica come propugnava Giorgio Stracquadanio.
Se Francesco Borgonovo è palesemente confuso e sicuramente non è nella posizione giusta per poter parlare (lo fa tuttavia sfidando ogni senso di ridicolo), vanno sicuramente condivisi dei passaggi:
“ una scuola che probabilmente rappresenta il sogno erotico di ogni giovanotto in tempesta ormonale. I protagonisti sono gli studenti, per lo più minorenni, a cui si affiancano alcuni insegnanti e un paio di personaggi di contorno. Argomento principale: il sesso. Ce n’è per tutti i gusti: triangoli, scambi di coppia, festini, rapporti etero, omo e bisessuali, ammucchiate, stupri…”.
Anche qui non si capisce se stia parlando della serie spagnola, dell’ex presidente del Consiglio, di una qualche puntata del Grande Fratello, o dell’immenso bacino di orrori dalla De Filippi a Così fan tutte, passando per Teo Mammucari con dei giovani che orinano in pubblico in water allestiti in studio per prenotarsi alle risposte dei quiz. Programmi beninteso trasmessi a tutte le ore di Mediaset, ma anche dalla tv pubblica.
Il passaggio che però denota il livello di arretratezza del pensiero del giornalista, che è però specchio dell’Italia attuale, è che lo scandalo vero sta nel fatto che, nell’immensa ammucchiata, essere omosessuali passerebbe come un dato eccitante e non di cui pentirsi:
“Nella puntata di ieri ci siamo gustati una serata a tre fra Berto, barista del liceo, il professore di ginnastica Vaquero e la professoressa di lettere Veronica. Iniziano sul divano di casa, con la signorina che accarezza le cosce dei due. Poi i maschioni ricambiano e capita pure che, nell’impaccio di giostrarsi la fanciulla, si scambino una carezza e un mezzo bacio. Fatto che li eccita molto, scombussolandoli anche un po’. Non saremo mica bisessuali? Si domandano. Allo spettatore risulta chiaro che il contatto ai ragazzoni è piaciuto, e il messaggio è che l’importante è divertirsi, dunque che ci diano sotto”.
Se tale è l’analisi fatta dal giornale che si chiama Libero ancora più sconcertante è la reazione del direttore di Rai 4, Carlo Freccero.
Condivisibili i contenuti di fondo, e forse anche i toni accesi. E’ però una testimonianza utile per sapere come sia sistemata tutta l’industria culturale, dentro quali logiche, e quanto lontani siamo da un paese in crescita. E di quanto qualsiasi forma di reazione deve essere sempre benvenuta.
Questo grida Carlo Freccero nella telefonata al giornalista di Libero:
“Mi fa togliere Fisica e Chimica [la mattina]…. Io racconto tutto. Racconto Libero cosa fa. Cosa fa il cardinale di Genova. Racconto tutto. Lei ha scritto un pezzo da coglione, la serie è pedagogica, cretino. Lei non è un esperto di tv”.
Innanzitutto sorprende sentire Carlo Freccero che torni a parlare di tv pedagogica che ha sbeffeggiato fino al giorno prima, accanendosi contro chi reagiva contro il disastro televisivo e affermando che la tv non è più pedagogica e non deve insegnare niente. Ma la parte più triste e tragica la commistione tra prelati, pedofilia, poteri legati a un giornale fallimentare.
“ La Lei fa il culo a Marano [ che chiede a Freccero di non trasmettere la serie la mattina]. E io che ho più spettatori di voi, chiedo di portare i forconi. Vi mando i forconi stronzo fascista, sotto al vostro giornale di merda. La Lei è amica dei pedofili.[inteso i cardinali]”.
Passato lo shock dell’aver appreso ancora una volta di come siano gestiti i contenuti e l’immaginario nazionale, la nostra identità e la cultura italiana, alla fine viene da fare il tifo per Freccero che nella sua telefonata non si tiene più:
“Fate chiudere Luttazzi. Santoro… Siate laici. Voi che dite cazzate sulla libertà… Liberisti che volete far chiudere tutto. Legga qualche libro. Lei un asino.”
Come dargli torto? Così del resto aveva concluso l’ articolo (un autentico saggio di psicanalisi) Francesco Borgonovo, che fino alla fine ha parlato di Berlusconi e del berlusconismo senza saperlo:
“E ci permettiamo di chiedere, anche a Lorenza Lei, se questo è il servizio pubblico che la Rai deve fornire ogni giorno in fascia protetta. A noi sembra pornografia intellettuale, e pazienza per i culi.”