Finalmente il Ministero dello Sviluppo Economico ha reso operativo il prestito vitalizio ipotecario, previsto dalla legge n.44 del 2 aprile 2015. Questo strumento esiste già dal 2005 ma a causa della legge di allora non si erano riusciti a creare dei prodotti bancari appetibili sul mercato e concorrenziali. Questa nuova legge mette qualche toppa ma non sembra comunque abbastanza per far sì che il prestito vitalizio ipotecario riesca a imporsi sul mercato. Nel frattempo, se siete alla ricerca di un finanziamento vi consigliamo di richiedere un preventivo di prestito a un comparatore online, come SuperMoney, ai cui esperti abbiamo chiesto di spiegarci come funziona il prestito vitalizio ipotecario e quali sono le novità di questa legge.

Il prestito vitalizio ipotecario: un mutuo al contrario

Il prestito vitalizio ipotecario è uno strumento di finanziamento pensato per chi ha almeno 60 anni ed è proprietario di un immobile. Quest’immobile, infatti, può essere usato come garanzia della richiesta di prestito: il richiedente ottiene i soldi e continua ad abitare in qualità di proprietario nella casa ipotecata. Al momento della sua morte, la banca può recuperare il suo credito, composto dal capitale e dagli interessi maturati: se non pagano gli eredi, metterà la casa all’asta e salderà il debito con il ricavato.
Questo tipo di prestito è nato nei paesi anglosassoni ed è chiamato reverse mortgage, ovvero mutuo al contrario. Il motivo è molto semplice: se un mutuo permette di trasformare denaro contante in un patrimonio immobiliare, il prestito vitalizio ipotecario rende la tua proprietà immobiliare liquidità.

Quali sono le novità della legge

In realtà, questo strumento finanziario fu introdotto già nel 2005 dall’allora Ministro dell’Economio Giulio Tremonti. Fu difficile però vederlo sul mercato a causa delle pochissime offerte da parte delle banche, che non crearono abbastanza attrattiva verso questo sistema di finanziamento proponendo importi per il 15-20 per cento del valore delle loro abitazioni, al massimo il 50 per cento per un novantenne, a un tasso di interesse del 7-8 per cento. Nel 2015 è stato dunque riformato.

La nuova legge ha cercato di inserire delle novità per renderlo più appetibile. Ad esempio adesso c’è la possibilità di vendere o trasferire in tutto o in parte i diritti reali di godimento sull’abitazione e non dover aspettare la morte del finanziato per estinguere il debito. In poche parole, l’utente può vendere casa sua ed utilizzare quel denaro per restituire i soldi alla banca ed estinguere il debito.

Un’altra novità riguarda gli interessi, che possono essere rimborsati tutti alla scadenza, cosìcche nulla sia dovuto alla banca nel corso della durata del prestito, oppure a scadenza prestabilite. Infine, a tutela degli eredi dell’utente finanziato, c’è la disposizione che l’immobile alla fine del rimborso venga venduto al prezzo di mercato, con la possibilità di versare l’eventuale eccedenza agli eredi in modo da poter beneficiare di un eventuale andamento positivo del prezzo dell’immobile. Sotto il profilo fiscale, è stata confermata l’applicazione dell’imposta sostitutiva agevolata dello 0,25%.

Prestito vitalizio ipotecario: permangono i dubbi

Se quando fu introdotto nel 2005 il prestito vitalizio ipotecario non ebbe fortuna, non si può dire che ci sia molto ottimismo neanche adesso. Gli stessi parlamentari che hanno promulgato la legge hanno dichiarato che le banche dovranno renderlo un prodotto appettibile ma non hanno pensato a intervenire sui due principali parametri dai quali dipende la convenienza del prestito vitalizio: la percentuale del valore dell’abitazione finanziabile e il tasso di interesse da applicare.

Infatti, se gli istituti di credito riproporrano offerte come quelle di dieci anni fa, sarà molto difficile attirare il pubblico verso questo strumento. Per creare un mercato, infatti, non basta una legge: ci vogliono domanda e offerta adeguati.

Di Golem

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