MADRID. Al via le ricerche per la tomba perduta di Miguel de Cervantes (1547-1616), l’autore del romanzo Don Chisciotte della Mancia. Un’equipe di ricercatori guidati dallo storico spagnolo Fernando Prado ha ottenuto un permesso straordinario, da parte delle suore del Convento de las Trinitarias Descalzas di Madrid, dell’arcivescovo e dell’Accademia Reale, per scandagliare con tecnologie geo-radar le mura, i pavimenti e i sotterranei del convento stesso in cerca delle ossa del grande scrittore, che secondo le cronache vi fu sepolto subito dopo la morte.
A trasformare la vicenda in un’impresa degna di Don Chisciotte, tuttavia, sono le innumerevoli incertezze che la circondano, riferisce un articolo del sito on line Tropico del Libro: il corpo di Cervantes potrebbe ancora trovarsi entro i tremila metri quadri di estensione dell’edificio, oppure essere stato spostato in un convento vicino durante dei lavori di ristrutturazione, o ancora essersi mescolato con altri resti umani conservati nella struttura. Se anche poi la spedizione scientifica dovesse riuscire a trovare le ossa, identificarle come realmente appartenenti a Cervantes costituirebbe di per sè un altro problema, dato che probabilmente non conterrebbero abbastanza Dna da poter essere confrontato con quello dei discendenti dello scrittore. Per poterle attribuire con certezza a Cervantes, gli scienziati pensano invece di cercare tracce di una ferita d’archibugio che l’autore ricevette durante la battaglia di Lepanto nel 1570. Nel caso in cui il ritrovamento e l’identificazione si rivelino un successo, il progetto del professore Prado punta ancora più in
alto, deciso a determinare una volta per tutte quale fu la causa della morte di Cervantes (cirrosi epatica, diabete, o magari alcolismo) e addirittura a prendere un calco del suo teschio e utilizzarlo per ricostruirne il volto. Il tutto entro il 2016, giusto in tempo per la celebrazione mondiale del quarto centenario della morte di Cervantes che, circostanza curiosa, coincide esattamente con quella di William Shakespeare.