Ore 8.05 Legge La Padania perché non si ricorda per che ora ha preso appuntamento dal parrucchiere oggi.
Ore 8.21 Assume un nuovo addetto stampa, Carletto Galimberti Borghezio, che – le hanno garantito – è molto cordiale e meticoloso. E’ così meticoloso che spruzza il deodorante e disinfetta tutti i posti in cui lei si siede.
Ore 8.55 Su suggerimento dell’addetto stampa, diffonde un comunicato in cui esprime la propria preoccupazione sul fenomeno dell’immigrazione. “L’Italia ha un problema: centinaia di migliaia di stranieri che ogni anno vengono qui, rubano, si prendono i nostri soldi e fanno arrabbiare Matteo Salvini. Ora, passi il venire qui, rubare e prendersi i nostri soldi: ma fare arrabbiare Matteo Salvini è decisamente intollerabile. Da domani, chiuderemo le frontiere, sia in entrata che in uscita. Chi c’è c’è, fanc*lo agli stranieri”.
Ore 10.11 Riceve una telefonata da Enrico Letta, che le consiglia di licenziare Carletto Galimberti Borghezio.
Ore 12.54 In Consiglio dei Ministri, propone una soluzione per contrastare il fenomeno dell’immigrazione clandestina: estendere le frontiere dell’Italia fino al Malawi. In pratica, la Puglia confinerebbe con il Mozambico e lo Zimbabwe. L’idea, tuttavia, viene bocciata da Emma Bonino, che sottolinea che, così facendo, ci sarebbero comunque nuove ondate migratorie dal Madagascar, con il rischio di vedere arrivare barconi con a bordo centinaia di lemuri che cantano “Mi piace se ti muovi”. Inoltre, pare che in Burundi l’ipotesi di trovarsi vicini a Vendola abbia già spinto l’esercito locale a predisporre un attacco militare prima che Nichi parli di “relazione costante tra ottimismo della volontà e pessimismo dell’intelligenza, affinché l’analisi lucida e spietata degli snodi della realtà non si tramuti mai in paralisi dell’azione e in ripiegamento nel proprio particulare”.
Ore 13.17 Cécile ci riprova: stavolta suggerisce di estendere le frontiere dell’Africa, in modo che il Continente Nero inglobi l’Italia. Anche in questo caso, Emma Bonino boccia l’idea, anche perché ha appena ricevuto una telefonata da Dakar in cui le hanno comunicato che il popolo senegalese preferirebbe farsi saltare in aria pur di non diventare connazionale di Formigoni e Cicchitto.
Ore 14.43 Incontra il suo consigliere Mino Raiola. D’altra parte, in Italia almeno 150mila stranieri li ha portati lui.
Ore 15.59 A Milano, litiga per venti minuti con un dipendente Atm che cerca di spiegarle che un biglietto integrato non è un biglietto tunisino che ha trovato lavoro in Italia.
Ore 17.08 Decide di realizzare un opuscolo per insegnare ai migranti le prime dieci frasi da sapere quando si arriva in Italia: «Sicura che hai 18 anni?»; «Non sono stato io»; «Mi scusi, nel mio Paese è legale, comunque mi tiro su subito i pantaloni»; «Dov’è la carta igienica?»; «Senza fattura, grazie»; «Per venti euro tu non hai visto niente, vero?»; «Ehi capo, hai qualche moneta?»; «Ehi capo, quando arriva lo stipendio?»; «Ehi capo, cosa vuol dire “in nero”?»; «A saperlo, me ne rimanevo al mio Paese, ché lì almeno i programmi in televisione erano decenti».
Ore 18.22 Per fare pace con Calderoli, gli regala due compact disc. Calderoli rifiuta perché sono CD rom.
Ore 19.00 Confessa di essere spesso vittima di razzismo e prese in giro: “Ogni volta che dico che ho lavorato con Bersani, la gente ride di me o mi compatisce”.
Ore 20.11 Visita un centro di primo soccorso e accoglienza per stranieri, dove trova Ela Weber, Felipe Mattioni, Aziz de I ragazzi della 3° C, Idris e Natalia Estrada: capisce che la situazione è molto più grave del previsto.
Ore 22.07 Prima di andare a letto, accende la tv: su Raidue danno Una genitore 1 imperfetta.