Giorgio Santacroce è il nuovo primo presidente della Cassazione. 72 anni, originario di La Spezia era attualmente alla guida della Corte d’appello di Roma e subentra a Ernesto Lupo che andrà in pensione da lunedì 13 maggio.
Santacroce viene considerato vicino al centrodestra ed è stato nominato a maggioranza durante il plenum di oggi che ha visto la presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
13 i voti a favore di Santacroce, 9 al suo diretto concorrente, il presidente della II sezione civile della Cassazione Luigi Rovelli. Quattro gli astenuti, oltre al capo dello Stato e presidente del Csm che di prassi non vota tra i quali il vicepresidente del Csm Michele Vietti, il Procuratore generale della Cassazione, Gianfranco Ciani, il presidente uscente Lupo e il laico del Pdl Annibale Marini.
Via libera a Santacroce da parte dei togati di Unicost, Magistratura indipendente e di quattro consiglieri laici del Pdl.
A Rovelli sono andati i voti dei togati di Area, dei laici del Pd e gli indipendenti Paolo Corder e Nello Nappi.
Santacroce è in magistratura da 48 anni, quasi sempre negli uffici giudiziari romani e 11 anni presso la Corte di Cassazione. Negli ultimi cinque anni ha guidato la Corte d’appello di Roma, il più grande ufficio giudiziario d’Europa per estensione territoriale e bacino di utenza.
Tra le inchieste che ha seguito, Ustica e Loggia P2, gli attentati dei Nuclei armati proletari e il sequestro del giudice Giuseppe De Gennaro, l’omicidio di Giorgiana Masi e l’inchiesta su Avanguardia nazionale e gli omicidi di Paolo Di Nella e Francesco Cecchin.
Arriva in Cassazione nel 1997 dove si occupa del giudizio di revisione dell’omicidio Calabresi, del caso Marta Russo, dell’omicidio di Cogne.
Negli anni novanta viene anche sentito come testimone al processo Imi-Sir per una cena a casa di Cesare Previti.