“E’un ricorso che mette seriamente a rischio l’autonomia della Cassa Forense, che porta fuori tempo la legittima battaglia per il riconoscimento dell’elettorato attivo ai 56.000 avvocati non iscritti. Il rischio reale ora è il commissariamento dell’Ente” ha detto Ester Perifano, segretario generale dell’Anf. Non risponde al vero, ha replicato il presidente dei Giovani avvocati Dario Greco.
Ester Perifano, segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense, ha dichiarato “inaccettabile e potenzialmente dannoso che si crei incertezza sulla governabilità dell’Ente, soprattutto perché da mesi Cassa Forense è sotto la lente del Ministero del Lavoro, che ne ha censurato più volte comportamenti al limite, invitandola a ripristinare la legalità. Non si sentiva il bisogno di altra confusione, considerato che , per effetto di colpevoli ritardi, la cui responsabilità è del tutto evidente, il regolamento che stabilirà a quali condizioni gli avvocati dovranno essere iscritti a Cassa Forense è ancora in alto mare”.
“L’iniziativa dell’AIGA – ha aggiunto Perifano – desta preoccupazione e sconcerto: l’Associazione dei Giovani Avvocati, tramite suoi delegati di riferimento, ha partecipato attivamente alla gestione dell’Ente negli ultimi anni, contribuendo così allo stallo nel quale l’Ente si ritrova oggi. Viene dunque da chiedersi perché non si è scelta la via amministrativa per far valere una soluzione che oggi si pretende, invece, per via giudiziaria. Ci auguriamo – ha concluso Perifano – che il caos nelle operazioni di voto che potrebbe derivare dall’accoglimento del ricorso non conduca a soluzioni traumatiche. Per la Cassa il rischio concreto è un’accelerazione degli eventi, ovvero un possibile commissariamento, che sarebbe l’anticamera di un riversamento della Cassa nel “calderone” pubblico”.
Pronta la replica del presidente dell’Associazione italiana giovani avvocati, Dario Greco: “Non risponde al vero che l’AIGA ha proposto il ricorso senza prima interloquire con gli organi di Cassa Forense. Già alla riunione presso la Cassa del 22 febbraio 2013 con Ordini ed Associazioni avevamo posto il problema dell’esclusione dal voto dei 56.000 avvocati, che non erano iscritti alla Cassa fino all’entrata in vigore della Riforma. Tale posizione è stata ribadita con la delibera della Giunta nazionale AIGA del 10 maggio 2013, trasmessa al Presidente di Cassa Forense Bagnoli e al Presidente del CNF Alpa il 13 maggio 2013, nonché con la lettera al Consiglio d’Amministrazione della Cassa del 4 giugno 2013. In ultimo, all’incontro presso la Cassa di previdenza del 15 giugno 2013 è stato chiesto ancora una volta un ripensamento sul riconoscimento del diritto di voto”.
Greco ha aggiunto: “Affermare poi che se fosse accolto il ricorso i 56.000 avvocati dovranno pagare l’attuale contribuzione minima di circa € 3.500 annui è un nonsenso giuridico, oltre che politico. Non si comprende perché la Cassa abbia potuto sospendere la riscossione dei contributi per il 56.000 per il 2013, in attesa di approvare il regolamento ex art. 21, comma 9, e non possa farlo anche per il 2014. Anche perché, pur votando nel prossimo settembre il futuro Comitato dei Delegati di insedierà non prima di fine novembre 2013 e dovrà dapprima procedere all’elezione degli organi statutari e poi procedere all’approvazione del regolamento ex art. 21, che con ogni probabilità non potrà avvenire entro il 31 dicembre 2013”.
Il leader dei giovani avvocati ha poi concluso: “Ringrazio sentitamente tutti i componenti del Comitato dei Delegati, che si riconoscono nell’appartenenza all’AIGA, per avere lottato a favore del riconoscimento del diritto di voto a tutti gli avvocati italiani a prescindere dal loro reddito”.