Casa Pound “ movimento di estrema destra” non può più chiamarsi così. La figlia di Ezra Pound, al cui pensiero il movimento intende ispirarsi, ha tenuto a chiarire che l’associazione non si faccia in nome di suo padre. Allora hanno voluto ispirarsi a Carmelo Bene trovando immotivate coincidenze tra lo spirito dell’associazione e l’ attore geniale e irriverente.
Figlia e moglie di Carmelo Bene hanno protestato. L’Unità on line ha rincarato la dose pubblicando un video con una pernacchia di Bene all’accusa di fascismo. Il presidente dell’associazione Iannone ha a ciò replicato con una nota dal linguaggio disarmante, residuato dell’Istituto Luce: “Quanto alle polemiche sulla lontananza o meno di Bene dal fascismo, facciamo nostra la sonora pernacchia che l’artista indirizzava a chi gli rivolgeva questo tipo di domande. Una pernacchia che esprime il rifiuto del ricatto culturale e la negazione della contrizione. Noi, del resto, a Bene non abbiamo mai dato etichette politiche”. Impossibile capire cosa sia la negazione alla contrizione.
L’ironia su questi rifiuti incassati dall’associazione e i suggerimenti di nuovi nomi da potersi dare, provenienti dalla rete, si sono sprecati. Ma questo non deve relegare il fenomeno nel folklore come spesso avviene. E del resto neppure il console Vattani è un fenomeno di folklore, come venne replicato dalla Farnesina immediatamente dopo la diffusione del video in cui il diplomatico in camicia nera e tatuaggio in mostra, canta davanti a un pubblico che saluta romanamente.
Casa *** , orfana di denominazione e di ispirazione non è solo figlia della sottocultura della propaganda. Sempre più si esprime e si è fatta conoscere meglio. Oggi i manifesti della loro discesa in campo per il sindaco di Roma (2013) con slogan (manipolazione di frasi dette a sinistra a proposito del loro inno alla morte del giudice Saviotti) “ Fuori dalla razza” . E senza andare troppo lontani nel passato è di metà dicembre l’uccisione di tre uomini di nazionalità senegalese, a Firenze, da parte di un militante della Casa*** che poi si è suicidato. A grandissimo torto l’episodio è stato relegato come fenomeno isolato e di follia. Come del resto anche il norvegese Breivik è stato considerato dai giudici norvegesi un pazzo. Breivik è il primo terrorista di estrema destra dal 1945 che non si iscrive più alla filiazione esplicita o rivendicata del nazismo. Il fatto che le numerose formazioni populiste europee, desiderose di “normalizzarsi” come è stato il caso di An e succedanei, o di rendersi rispettabili, abbiano scelto di escludere gli esponenti più radicali, ha favorito l’apparizione di individui isolati che rimediano provvisoriamente alla mancanza di integrazione in una comunità militante attraverso fantasmi di vendetta e riscatto di cui Internet autorizza la libera espressione. Un estremismo ideologico e pratico che sfocia in una guerra santa condotta contro l’immigrazione di cultura mussulmana in Europa.
Quindi queste associazioni nascono precisamente più dal distacco (apparente) che da un’appartenenza classica a partiti, anche se in Italia la tendenza è quella di pastrocchiare vecchi schemi e simboli nazi fascisti come il saluto romano, la rivalutazione di Mussolini e l’esaltazione della Repubblica di Salò con le conseguenze della globalizzazione, la finanza e le proteste contro di questa. Si tratta piuttosto di nazional populismo come definisce questo fenomeno lo storico francese (di destra) Pierre André Tanguieff. Post fascismo e post nazismo più che neo fascismo o neo nazismo, e destra identitaria più che fascista malgrado le nostalgie apparenti. In questo quadro si colloca benissimo l’episodio del tweet sulla pagina di Forza Nuova di Milano: «Il piccolo uovo di Altan, odiosa cultura omosessuale insegnata ai bambini, roghi in piazza». Il libretto di Altan “Piccolo Uovo» (edito da Lo Stampatello), era infatti la storia di un ovetto che non voleva nascere perché non sapeva dove sarebbe andato a finire, perciò ha iniziato un viaggio che lo porta a conoscere i più diversi tipi di famiglia, da quella monogenitoriale a quella omosessuale. Questo è appunto considerato un attentato all’identità oltre che un modo per contrastare i propositi sempre sul tappeto e gestiti maldestramente dalla sinistra.
A parte la clamorosa dissociazione di Fini dal fascismo, particolarmente rappresentativo del continuo tentativo di “ verginità” da rifarsi in pubblico, salvo appoggiare enormemente questo tipo di associazioni, è il sindaco Alemanno. Oltre a consentire la sede di Casa***apertamente ispirata al fascismo, il figlio del sindaco, rappresentante di Blocco Studentesco è stato testimone di un miserabile pestaggio di un ragazzo da parte di un gruppetto di giovani di destra col quale si trovava. E che suo padre chiamerebbe “facinorosi” se si fossero trovati a protestare contro le istituzioni, in una manifestazione democratica e non in una festa privata romana. Ma la pulizia della facciata passa attraverso simboli e slogan. Per cui si sprecano a destra le parole “identità”, senza capire bene quale né specificare in cosa consista, e “cristiano”. Diventa così una guerra santa in cui direttamente o indirettamente ci si pone contro l’invasione culturale dell’islam. Alemanno in questo rinnovo di facciata si è trovato primo grande amico della comunità ebraica romana che, sorprendentemente, lascia fare. O forse lascia fare in nome della medesima guerra santa?
Anche Marine Le Pen dal gennaio 2011 ha attuato una strategia di “ rispettabilità” rompendo con le provocazione giudeofobe di suo padre e affermando oltre misura la difesa della laicità repubblicana. Operazione che riuscirebbe malissimo a Alemanno il quale lontanissimo dal dibattito europeo e chiuso nelle nostalgie del passato identifica salvezza del paese con astratti “ valori cristiani” che ovviamente non emergono di certo dagli odii espressi delle associazioni di destra, e naufragano nelle idiozia di affermazioni del primo cittadino, del tipo “ le donne sono stuprate per colpa della sinistra senza valori”.
Da questo punto di vista si legge ancora meglio (o peggio) il contributo musicale del console a Osaka, Mario Vattani, militante di Casa *** , il tipo di canzoni, o meglio, inni al fascismo, ai pestaggi, e alla Repubblica di Salò.
E si capisce anche come mai, il ministro Terzi, ex ambasciatore a Tel Aviv, si sia precipitato a richiamare in patria il console per affidare a una non precisata Commissione interna al ministero degli Affari Esteri l’accertamento mai così evidente del reato di apologia di fascismo, non senza essersi dissociato dal diplomatico assieme al sindaco Alemanno, di cui Vattani era stato consigliere diplomatico quando Alemanno era ministro.
Non si capisce invece come mai non ci abbia pensato un tribunale ordinario e si debba lasciar fare a una Commissione.