Una casa che accoglie le persone che nessuno vuole. Gestita dall’associazione “Insieme Onlus” che ha come fondamento di vivere senza fondi di matrice istituzionale, ma solo di aiuti in beni di privati cittadini, è a Pedara, vicino Catania. La casa ha un nome che è tutto un programma: ”Oasi della Divina Provvidenza” (sito www.insieme.ct.it) il cui responsabile, Giuseppe, ha lasciato il lavoro per dedicarsi alle persone in difficoltà.
In questo periodo ospita più di trenta persone: disabili fisici, uomini con problemi mentali, ex senza fissa dimora, malati terminali, giovani che perdono il lavoro, ragazze madri, immigrati. Sono diversi i ragazzi che arrivano dalle psichiatrie, chi per problemi esistenziali chi per situazioni più gravi. Spesso con storie terribili alle spalle. Abbandoni, violenza, solitudine. In questa comunità viene accolto chiunque nella più completa gratuità e senza fissare date di uscita, ogni percorso è personale.
E’ una realtà che esiste da più di vent’anni e non ha mai chiuso nemmeno per un giorno, il cuore grande dei Siciliani, l’impegno dei responsabili e… la Provvidenza non mancano mai. Entrando nella casa colpisce l’organizzazione, ognuno ha un compito secondo le proprie capacità. Il grande miracolo di questo luogo è che i giovani con problemi mentali diventano le braccia dei disabili fisici. I depressi, chi ha disagi mentali viene messo al servizio di chi ha perso l’uso delle gambe, delle braccia. Tra questi soggetti nascono dei connubi importanti: il disabile fisico riceve una continua cura per tutte quelle pratiche gli sarebbero impedite, mentre il giovane con problemi mentali capisce come possa essere importante per un’altra vita. Da questa scelta rinascono due vite e sbocciano anche rapporti di amicizia.
In più di vent’anni ci sono le vicende più diverse e c’è anche chi cambia radicalmente vita. Molto bella, ad esempio, è la storia di una donna colombiana finita nella rete della prostituzione: rimane incinta e decide di tenere il bimbo e di scappare. Viene accolta in casa famiglia e inizia un bel percorso. Adesso vive nel suo paese, collabora in una missione che si occupa dei bambini di strada. Un’altra ragazza, queste volta africana, era in grosse difficoltà ed è stata accolta, ora è diventata un medico ed è stata assunta da una delle più importanti cliniche di Catania.
Una ragazza romena è venuta in Italia per lavorare, anche lei ha trovato un sostegno in casa famiglia e in seguito ne è diventata la cuoca con compiti da responsabile. Ha trovato un lavoro presso uno studio medico con la qualifica d’infermiera e sovente aiuta italiani nel bisogno. Una bella lezione per coloro che hanno pregiudizi sui romeni: questa ragazza infatti oltre a comportarsi onestamente, ad aiutare la sua famiglia nel suo paese mette a disposizione il suo tempo per essere di supporto a persone bisognose.
Certo, non tutte le persone che trovano un sostegno in quest’opera hanno un percorso così entusiasmante, c’è chi arriva dalla strada che giungerà a non bere più, a curare la propria igiene, ma oltre questi traguardi, poco altro. Questa apparentemente è quasi una sconfitta, sono persone che tutto il giorno faranno poco o nulla per sé e per gli altri, ma il grande cambiamento è che non dormono più al freddo, su una panchina o per terra e che sentendosi amati poco a poco riescono a fare piccoli ma grandi passi. Una vita che si consumava alle intemperie, alle angherie della strada, ora ha un’esistenza dignitosa, un piatto caldo, vestiti puliti, un letto dove dormire e delle persone con cui parlare. E’ importantissimo offrire una mano a chi è caduto e versa in uno stato di bisogno, occorrono però gesti concreti, non solo parole.