La carota (Daucus Carota L), arancione così come noi la conosciamo, è diffusa allo stato selvatico in Europa, Asia e Africa. Questo famoso ortaggio, però, nasce viola o bianca, non arancione. Furono gli agricoltori Olandesi che, nel 1720, inventarono il suo colore attuale, incrociando carote africane per omaggiare la dinastia regnante, gli Orange.
Quel che è certo è che la carota era già conosciuta ai tempi degli antichi Greci e Romani che la utilizzavano non per scopi culinari ma solo come pianta ornamentale e curativa. Talmente conosciuta da trovarla raffigurata negli affreschi di Pompei e citata da Plinio il Vecchio per le sue proprietà cicatrizzanti, diuretiche e stimolanti dell’appetito. Il nome deriva dal greco daycos, a sua volta da daio = riscaldante, con riferimento alle capacità energizzanti della preziosa pianta. Dioscoride e Galeno, probabilmente a causa della particolare forma, consideravano la carota un afrodisiaco in grado di curare l’impotenza maschile. Proprio in considerazione di questo è nata la leggenda del fiore di carota secondo la quale uno di questi fiori, raccolto in una notte di luna piena, aiutasse il concepimento. Fiore di vita, dunque, ma anche fiore di morte, dato che lo stesso succo di carota, si pensava, anticamente, fosse un valido contraccettivo, in grado anche di procurare l’aborto.
In Inghilterra, sotto il regno di Giacomo I, le nobildonne erano solite adornare i capelli con i bei fiori di carota finche, a metà del Cinquecento Caterina de Medici, introdusse in Italia questo vegetale ad uso alimentare dando inizio alla cucina medicea. Da un punto di vista fitoterapico la carota, ricchissima in Vitamina A e betacarotene è un ottimo antiossidante in grado di contrastare i radicali liberi e il conseguente invecchiamento della pelle. Favorendo lo sviluppo della melanina la carota è utile per proteggere la pelle dall’esposizione ai raggi Uva e UVB, contribuendo allo stesso tempo alla rigenerazione epiteliale in caso di scottature, eritemi e dermatiti di vario genere. Il famoso detto per cui per evitare di portare gli occhiali bisogna mangiare carote è, invece, dovuto al fatto che la carota stimola i “bastoncelli” presenti nell’occhio aumentando la vista soprattutto crepuscolare.
L’azione galattogoga aiuta le puerpere nella produzione di latte mentre la proprietà diuretica e carminativa è utile in caso di infezioni dell’apparato urinario e difficoltà di digestione. Il passato di carote è un eccellente rimedio d’emergenza in caso di attacchi di diarrea soprattutto nei bambini. Infine, alcuni studi anglo-danesi hanno dimostrato la correlazione tra l’assunzione giornaliera di carote e la significativa riduzione di insorgenza di tumore.