Sopravvissuti alle festività pasquali ci sentiamo ormai fuori pericolo, soprattutto se lo specchio riflette un’immagine esteriore accettabile. Ma ciò che lo specchio non mostra sono i nostri organi interni.
E, alle volte, questi possono non essere in perfetta salute. Ad esempio il fegato, importantissimo per eliminare le tossine. Non sono solo gli stravizi ad appesantirlo ( non è sempre colpa nostra!), spesso si tratta di una situazione fisiologica o dell’età che avanza. E la primavera è il periodo ideale per una bella cura depurativa che restituisca forze e benessere.
Il CARCIOFO ( Cynara Scolymus L.) è una delle piante mediterranee più salutari e dalle maggiori virtù terapeutiche, anche se conosciuto soprattutto per il suo gusto straordinario. Il nome sembrerebbe derivare da Cynara: cenere, con cui i Romani concimavano la pianta o, secondo altre fonti, dal nome della giovane e seduttiva ninfa Cinara, da Giove trasformata, per punizione, in carciofo. A proposito di seduzione, Marylin Monroe fu, nel 1949, la prima “regina del carciofo”, al festival ad esso dedicato, che si svolge tutt’ora in California e Pablo Neruda, Nobel per la letteratura nel 1971, scrisse addirittura una “Oda al carciofo”.
Il termine Scolymus deriva, invece, dal greco e significa spina, mentre la parola carciofo deriva dall’arabo karchoff. Nel XV secolo la pianta veniva già coltivata in Italia, soprattutto in Sicilia. L’attività terapeutica principale è dovuta alla presenza di un flavonoide, la cinarina, che agisce sulle vie biliari aiutando a contrastare la formazione dei dolorosi calcoli della cistifellea. Oltre a questa azione colagoga, importantissima è la capacità disintossicante del carciofo a livello epatico, che aiuta ad espellere le tossine accumulate nel fegato, stimolandone la naturale reattività. L’azione diuretica è altrettanto potente e si evidenzia pienamente dopo 6 giorni di assunzione, promuovendo la depurazione dei reni. Soprattutto le tossine prodotte dall’alcool nel sangue, vengono ridotte significativamente, grazie all’azione acceleratrice sul metabolismo nell’assorbire l’etanolo. Da non sottovalutare l’azione epatoprotettrice e quella di riduzione del colesterolo e dei trigliceridi, a tutto vantaggio dell’apparato cardiovascolare.