La Corte con la pronuncia di oggi ha invitato l’Italia a porre rimedio al sovraffollamento carcerario. I giudici di Strasburgo hanno constatato che le condizioni delle nostre carceri sono disastrose per un problema di natura strutturale.
Il sovraffollamento, dice infatti la pronuncia, non riguarda solo i sette ricorrenti ma tante altre persone, perchè i ricorsi presentati fino a questo momento sono più di 550.
Per questo i giudici hanno richiamato le autorità italiane a risolvere il problema con pene alternative; all’Italia viene inoltre chiesto di dotarsi di un sistema di ricorso interno che permetta ai detenuti di rivolgersi ai tribunali italiani per il risarcimento in caso di violazione dei diritti senza dover arrivare a Strasburgo. Tutto questo dovrebbe essere organizzato entro un anno.
Non è la prima volta che l’Italia viene condannata: la prima condanna risale al 2009, con il caso Sulejmanovic, detenuto nel carcere di Rebibbia di Roma. Dal 2009 ad oggi ci sono stati il piano carceri (costruzione di nuovi penitenziari e l’ampliamento di quelli esistenti) e il ricorso di pene alternative al carcere, grazie alle quali si spera di scongiurare altre condanne.
Corte europea dei diritti dell’Uomo, decima sezione, Affare Torreggiani e altri, 8 gennaio 2013