L’invito del Pontefice a tutti gli uomini di buona volontà affinché lottino per l’abolizione della pena di morte e per il rispetto della dignità umana delle persone private della loro libertà personale “esprime principi in cui l’Unione delle Camere Penali italiane crede fermamente, che mettono l’uomo, la sua individualità e la sua dignità personale al centro come valore fondante ed imprescindibile di ogni sistema sociale”. 
Così in una nota i penalisti, dopo che Papa Francesco, in una lettera consegnata al Presidente della Commissione Internazionale contro la pena di morte, nel corso dell’udienza concessa oggi in Vaticano ad una delegazione, è nuovamente tornato con la consueta forza sui temi della pena di morte e delle condizioni carcerarie. 

I penalisti, condividendo a pieno il “coraggioso monito del Santo Padre per l’abolizione dell’ergastolo e il rispetto della dignità dei detenuti”, sottolineano che i principi richiamati dal Pontefice “devono essere ricordati ed attuati ancor più nel sistema penale, che può essere riconosciuto come tale solo se opera sulla base di regole non solo formali, ma anche sostanziali, che si fondino sul rispetto della dignità dell’uomo. 
Si tratta di una battaglia di civiltà – ribadisce l’Ucpi –  spesso impopolare e contrastata dai molti che sono interessati solo a cavalcare un facile giustizialismo per interessi vari di parte”. “Siamo ancora una volta onorati e lieti – aggiungono i penalisti – di poter constatare che Papa Francesco ha voluto ribadire l’importanza di questi temi e auspichiamo che il rinnovato richiamo del Papa non cada, ancora una volta, nel nulla e risvegli le coscienze di tutti.

Di Golem

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