Conosciuto da tempi immemori, il carbone vegetale nasce dalla lavorazione del legname e dei suoi cascami. Il legno, che può appartenere a specie differenti (salice, pioppo o betulla tra i principali), o essere sostituito da gusci e noccioli di frutta, viene sottoposto a una combustione senza fiamma e poi trattato in modo da conferirgli la caratteristica porosità che ne aumenta enormemente la capacità assorbente, rendendolo molto utile nel settore farmaceutico ed erboristico. Il risultato è una polvere nera, finissima, insapore e commestibile.
Pastori e carbonai tramandano la leggenda di San Martino che, sorpreso da una tempesta di vento mentre era in contemplazione nei boschi, cercò tepore accendendo dei tronchetti di legno, ma dei briganti lo distolsero dal torpore. Per nascondere la sua presenza il Santo coprì il fuoco con della terra umida e si nascose. Al suo ritorno la legna era diventata carbone. Il carbonaio era un mestiere molto diffuso in Italia nel secolo scorso. Il lavoro consisteva nel raccogliere la legna, bruciarla e accatastare il carbone ottenuto. Il confine della carbonaia era delimitato da un lungo spago con in cima una croce. In questo modo il demonio, annidato nella brace, sarebbe rimasto lontano dal paese. In ambito erboristico il carbone vegetale viene utilizzato come antitossico, grazie alla capacità di assorbire e trattenere gran parte dei veleni formando un complesso che viene eliminato senza essere assorbito. La somministrazione di carbone vegetale, seguita da quella di un purgante salino, rappresenta una classica strategia di intervento in caso di avvelenamento da funghi. Grazie ai numerosi pori superficiali e alla capacità di trattenere batteri, spore e tossine, il carbone vegetale è quindi, un eccellente antidoto contro gli avvelenamenti, a patto che venga somministrato entro le 2 ore dall’ingestione.
La dimostrazione di questo sua potere di antidoto venne compiuta nel 1813 da un farmacista di Montpellier, tale Touery, il quale ingerì una dose letale di stricnina ricoperta di carbone vegetale, senza accusare alcun problema. Il carbone vegetale è molto utile in caso di diarrea e colon irritabile o per aiutare la digestione dopo un pasto abbondante. In caso di meteorismo e aerofagia si è dimostrato risolutivo anche grazie al blando effetto disinfettante a livello intestinale. Inoltre il carbone è molto utile per ridurre il colesterolo nel sangue (fino al 25% in un mese di trattamento) o per eliminare l’alito cattivo dovuto generalmente ad un’eccessiva fermentazione intestinale.