È sempre più caos sul periodo transitorio del nuovo tirocinio. Il ministero della Giustizia, tramite il capo dell’ufficio legislativo, Augusta Iannini, ha precisato che il documento diffuso «non è un parere, ma una mia opinione che ho inviato all’ufficio legislativo e che ho espresso sulla base delle numerose richieste di chiarimento ricevute da giovani praticanti. A questo punto – ha concluso la Iannini – spetta al Consiglio nazionale forense dettare una linea unitaria della categoria».
Intanto l’Ordine degli avvocati di Firenze ha giudicato in contrasto con la disciplina sulle liberalizzazioni e inapplicabile il documento di via Arenula. Una iniziativa che ha ricevuto il plauso dell’Associazione nazionale forense.
Un caso più unico che raro quello dell’Ordine di Firenze, secondo il segretario generale dell’Anf, Ester Perifano «in un panorama istituzionale ancorato al vecchio, che dimostra di non avere alcuna considerazione per le giovani generazioni di professionisti, beffati da una interpretazione governativa che li danneggia».
«La riduzione del periodo di praticantato a 18 mesi come previsto dal decreto “Cresci-Italia” approvato lo scorso gennaio, è stato in maniera del tutta discriminatoria modificata dall’interpretazione della norma da parte dell’Ufficio Legislativo del Ministero della Giustizia, che ha stabilito che non vi sono margini per applicare 18 mesi anche ai praticanti iscritti all’albo prima del 24 gennaio 2012» ha continuato Perifano.
«E’ paradossale che questo parere, contrario allo spirito e agli obbiettivi ampiamente pubblicizzati dal Governo, abbia solo finito per creare una grande confusione , in particolari tra i Consigli dell’Ordine degli Avvocati, alcuni dei quali avevano già concesso certificati di compiuta pratica dei quali ora, addirittura, pretendono la restituzione.
A causa di questa interpretazione restrittiva, peraltro non sorretta da argomentazioni giuridiche effettivamente valide, migliaia di giovani praticanti vedono rinviato il loro ingresso nel mondo del lavoro, con buona pace della tanto sbandierata flessibilità in entrata e dell’apertura alle nuove generazioni. Liberalizzazioni beffa, insomma».
Perifano ha chiesto quindi al Ministero un passo indietro: «Sarebbe un atto di buon senso, in linea del resto con una precedente ordinanza governativa che, nel bandire l’esame di stato per i periti industriali , fa espresso riferimento alla necessità di 18 mesi di pratica e non 24».