Il disegno di legge costituzionale presentato da Vannino Chiti e controfirmato da altri senatori Pd, promette di far risparmiare alle casse dello Stato molto più di quello che invece promette la riforma Renzi.
Già vicepresidente di Palazzo Madama e ministro per i rapporti con il Parlamento per il Ii governo Prodi (2006-2008), Chiti rappresenta quella parte del Partito Democratico che sembra non aver gradito la proposta del presidente del Consiglio.
Il suo disegno di legge costituzionale (leggibile tra gli allegati) è stato firmato anche dai senatori Albano, Amati, Broglia, Capacchione, Casson, Corsini, Cucca, D’Adda, Dirindin, Gatti, Giacobbe, Lo GIudice, Micheloni, Mineo, Mucchetti, Ricchiuti, Silvestro, Spilabotte, Tucci e Torano.
Il testo prevede il dimezzamento del numero dei parlamentari della Camera e del Senato con l’attribuzione alla sola Camera del voto di fiducia e dell’approvazione della legge di bilancio.
Al Senato resterebbero le competenze sulle riforme costituzionali, elettorali, dei trattati europei e i provvedimenti riguardanti i diritti fondamentali della persona. Su questi argomenti, dunque, rimarrebbe il bicameralismo perfetto.
La Camera però sarebbe composta da 315 deputati contro gli attuali 630, mentre al Senato resterebbero solo 100 senatori eletti nelle Regioni, contestualmente al voto per i Consigli regionali, più 6 per gli italiani all’estero. Meno della metà degli attuali 315. Prevista la cancellazione del Cnel.
Una proposta che, ha tenuto a sottolineare Chiti, prevede una riduzione dei costi della politica ben superiore a quella prevista dal disegno di legge governativo.
L’argomento sarà sui tavoli di Palazzo Madama molto presto.
Disegno di legge costituzionale – riforma del Senato e della Camera – proposta Chiti 2.04.14