Se ce l’ho fatta io, può farcela chiunque! Lo afferma Andrea Cadili Rispi affetto da una malattia rara (Osteopseudoglioma) che porta fragilità ossea e cecità. Andrea ha trentadue anni, è genovese, è un ottimo nuotatore, lavora come telefonista, vive per conto suo ed è fidanzato. Quando Andrea aveva dieci anni ha vissuto il periodo più difficile della sua vita.
La malattia che rende fragili le ossa, di cui soffre, portava gli arti inferiori di Andrea a rompersi di continuo, tanto che dai dieci anni ai diciannove ha subìto circa cinquanta fratture. Tibie, femori, si spezzavano con facilità, Andrea era sempre ingessato e passava molto del suo tempo in sedia a rotelle o con le stampelle. Le fratture ossee avvenivano di continuo, anche durante una seduta di fisioterapia o a letto per un movimento nel sonno. La vista nel frattempo peggiorava, fino a portarlo alla cecità completa.
Si prospettava per il giovane una vita in sedia a rotelle, invece gli fu proposto di nuotare e da quel momento la sua vita cambiò. Il nuoto gli diede la possibilità di fortificarsi fisicamente e gli regalò nuove motivazioni. Andrea iniziò la sua avventura nel nuoto quando aveva vent’anni, gli allenatori scoprirono in lui buone capacità e gli chiesero di provare a cimentarsi nelle gare. Il ragazzo partecipò a varie gare e vinse ben dieci titoli italiani nella categoria non vedenti, di questi un titolo nei 50 stile libero e nove nei 400 stile libero. Nel 2007 nacque una nuova idea, il suo allenatore gli propose di percorrere lo stretto di Messina a nuoto e Andrea accettò. “Pensavo che questa proposta sarebbe caduta nel dimenticatoio”, racconta Andrea. Tre anni dopo invece, nel 2010, è nelle acque dello stretto di Messina a tentare la traversata, alla fine riuscirà nell’impresa e si piazzerà al nono posto assoluto, davanti avanti a tanti atleti “normodotati”.
In seguito, il 7 luglio del 2013, una nuova avventura, ancora più impegnativa: la traversata del Bosforo anche questa superata. Il ragazzo ha già in programma due nuove traversate: la Malta- Gozo di 6.5 chilometri e a seguire il lago di Lochness di 10 km. “Dicono che nel lago di Loch Ness non ci siano pesci – spiega Andrea sorridendo – quindi se avvertirò un movimento sospetto mi lancerò subito nella barca”. Questo giovane è un concentrato di coraggio e ironia. “Se sono venuto su bene- racconta – lo devo ai miei genitori Antonio e Maria. Anche mio fratello Alessandro che ha la mia stessa malattia ha seguito i suoi sogni, ora è diplomato al conservatorio in pianoforte, composizione e chitarra ed è un insegnante di musica”.
Andrea è anche alla ricerca di sponsor per avere degli aiuti economici per le sue trasferte per partecipare ai prossimi campionati Italiani di nuoto. Questo giovane ci insegna che non bisogna mai mollare nella vita e che niente ci è precluso se ci crediamo veramente.