Compie 89 anni il 3 aprile Doris Mary Anne Kappelhoff, a tutti nota come la ”fidanzata d’America”, l’inimitabile Doris Day di Que sera sera, intonata in L’uomo che sapeva troppo di Alfred Hitchcock. Chi conosce la passione per la vita della bionda attrice americana, figlia di un musicista e di un’appassionata d’arte, entrambi profughi dalla Germania del primo dopoguerra, sa bene che in cuor suo già si prepara a festeggiare i 90 anni nel 2014. Ma intanto è impossibile separare la sua immagine da quella gioiosa della Pasqua che ha festeggiato in famiglia, a Carmel in California, lontano dalla natia Evanston, in Ohio.
Terzogenita e prediletta in famiglia, Doris Day arriva al successo dopo un’infanzia travagliata: prima la morte del fratello maggiore, poi la separazione dei genitori per le ripetute infedeltà del padre, infine un drammatico incidente d’auto che le preclude il sogno di diventare ballerina classica. Durante la convalescenza, la ragazza sceglie di seguire la passione del padre, il canto, e ben presto si fa strada alla radio e poi in tournée con l’orchestra di Barney Rapp. Allo scoppiare del secondo conflitto mondiale è già una star e un’icona popolare anche se nevrosi (è terrorizzata dalla sola idea di prendere l’aereo), blocchi psicologici (fuma 60 sigarette al giorno), ferite sentimentali (si sposerà due volte senza felicità prima del 1949) contrastano drammaticamente con il personaggio che nel frattempo sta costruendo con successo.
Negli ultimi mesi della guerra, dopo una lunga serie di concerti con Les Brown, interpreta Sentimental Journey e il motivo diventa una sorta di inno per tutti i soldati americani che ormai sognano il ritorno a casa. Eppure le disavventure amorose e l’incertezza sul suo futuro spingono Doris Day verso il ritorno a casa. E’ un causale incontro con il regista Michael Curtiz (decine di film girati tra cui Gli angeli con la faccia sporca e di Casablanca) a cambiarle la vita: contratto di sette anni con la Warner Bros e un triplice successo in tre rami dello spettacolo nello stesso anno, il 1948: in vetta al box office con Amore sotto coperta, in cima alla hit parade musicale con It’s Magic, reginetta della radio in coppia con Bob Hope. Aveva solo 24 anni e nulla le pareva precluso, tanto più che subito dopo incontra l’uomo della sua vita, prima agente e consigliere e poi marito a cui resterà fedele fino alla sua scomparsa, nel 1968. Saranno 39 i film che scandiscono la carriera della ”Fidanzata d’America”, quasi tutte commedie sorridenti e rassicuranti, ma sempre realizzate con impeccabile professionismo da Tè per due (dal musical No no Nanette) a Non sparare, baciami (il suo preferito) diretti a ritmi alterni da Curtiz e David Butler. Allo scadere del contratto con la Warner, l’attrice sfida se stessa e cerca, consigliata da Melcher, strade più impervie: prima si affida a Hitchcock che per L’uomo che sapeva troppo la affianca a James Stewart e la convince perfino a lasciare gli Stati Uniti per il Marocco (set delle prime sequenze) e Londra (dove la storia si conclude); poi forma una coppia d’oro con Rock Hudson che ricorderà sempre come il suo partner prediletto. Non sono quasi mai artisti assoluti i registi dei suoi film, prevalgono gli artigiani di affidabilità certa. Perché Doris Day è il prodotto perfetto della logica degli Studios, è uno stereotipo che può mutare nel tempo, ma deve in definitiva rimanere fedele a se stesso. Eppure la tempra dell’attrice è ben solida sotto la patina della bionda ingenua, come si vede bene in L’uomo che sapeva troppo dove alterna il terrore di donna e di madre a momenti di sogno come l’esecuzione di Que sera sera, destinato a incantare il reggente al trono della Carpazia (sul grande schermo) e a diventare un evergreen della musica americana.
Alla morte del marito, Doris Day (un nome d’arte che lascerà solo alla fine della carriera), ha già scelto il suo futuro: si allontana dal grande schermo per la tv dove il Doris Day Show otterrà immutato successo dal 1969 al 1975. Intanto è diventata vegetariana convinta, ha preso casa in un ranch dove alleva i suoi cani prediletti (li preferirà anche all’ultimo marito, lo chef Barry Comden che resisterà sei anni prima di accettare la sconfitta nel confronto), si è esposta come attivista repubblicana (sosterrà George Bush anche nella campagna per la rielezione), ha ridotto al minimo le apparizioni pubbliche. Film come Amami o lasciami, Il gioco del pigiama, Il letto racconta, Il visone sulla pelle, Non mangiate le margherite, Amore ritorna!, La mia spia di mezzanotte sono la spina dorsale della commedia romantica degli anni Cinquanta e Sessanta. Ha avuto la lungimiranza di capire per tempo quando la sua stella stava tramontando e quando si smorzavano le luci sul sogno americano che aveva saputo incarnare per le platee di tutto il mondo.