Martedì 8 gennaio 2013, da Dietlinde Gruber, detta Lilli – non l’ho visto e me ne rammarico, ma me lo hanno raccontato – si è esibito un DUO di eccezione.

Lo showman internazionale Silvio BERLUSCONI, che per l’occasione ha lasciato in panchina, come si suol dire, il fedele Mariano APICELLA, e ha voluto l’accompagnamento musicale di un altro grande personaggio, il cantante napoletano Pino DANIELE.
La coppia si sarebbe esibita (il condizionale è d’obbligo non avendo io assistito direttamente) in una sorta di botta e risposta di grande successo:

Silvio:
La Germania uscirà dall’euro perché non gliela fa; allora sì, via la palla al piede della degradata Germania, saremo più forti e potremo costruire la Grande Europa.
Pino:
Je so’ pazzo, je so’ pazzo
ho il popolo che mi aspetta
e scusate vado ‘e fretta
Silvio:
Tre giudicesse femministe e comuniste mi hanno condannato a versare tutti quei soldi per il mio divorzio, a Veronica… sì, sì… femministe e comuniste… non mi guardi così! E mi faccia parlare, non mi interrompa, guardi che mi alzo e me ne vado…me ne vado eh! Non possiamo mica fare Giletti DUE qua, cerchi di capire, anche se lei è più bella che intelligente! Quindi, per favore, stia zitta e mi faccia parlare: Io sono sempre stato maschilista ed omofobo si sa e sempre lo sarò. Sì ultimamente sono un tantino filogay, ma è solo per fare dispetto a quel choosy di Bagnasco che ha tradito la fiducia che la mia sorella monaca aveva riposto in lui, mettendosi a cinguettare con quel ruffiano di Monti.
Pino:
Non mi date sempre ragione
io lo so che sono in errore
nella vita voglio vivere almeno un giorno da leone
e lo Stato questa volta non mi deve condannare
pecché so’ pazzo, je so’ pazzo
ed oggi voglio parlare.
Silvio:
Ho versato finora di tasse, allo Stato, non so se qualcosa come 14.000 miliardi di Euro o più!
BOOM!
Pino:
Je so’ pazzo, je so’ pazzo
si se ‘ntosta ‘a nervatura
metto a tutti ‘nfaccia ‘o muro,
je so’ pazzo, je so’ pazzo
Silvio:
E sa cosa le dico? Ne ho piene le scatole ora, con questa bufala della nipote di Mubarak! Io non l’ho mai detto. Ho sempre parlato di una parente. Mubarak, che ero andato a trovare per una vecchia sfida a burraco che avevamo in corso, mi disse che una parente di sua moglie, Rubyna era a Milano; io capii Rubycina, perché lui farfuglia e si esprime in italiano come uno scolaretto delle elementari affetto da cretinismo, anche se è un grande statista e ne mastica di economia, bisogna dirlo, quanto un Monti e un Tremonti messi insieme, per intenderci, cioè meno della metà di me, quando ho sonno, ma è già tanto.
Insistetti anche: “Hosni… è sicuro? E’ sotto la mia protezione allora!” E lui “sì, sì… protezione… tu suo protettore…” biascicava e bofonchiava. Ed ecco la frittata! Tutto qui.
Pino:
E non sono menomato
sono pure diplomato
je so’ pazzo, je so’ pazzo
nun me scassate ‘o cazzo!
Giù il sipario e applausi scroscianti.
Ué, ve la dico come me l’hanno raccontata eh! Non prendetevela con me.
Ad ogni modo, un grande successo, mi dicono, che probabilmente si ripeterà.
Ci sarà una replica, a quanto pare.
Vi terremo informati.

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