Silvio Berlusconi, ineleggibile dal 1994, è stato sdoganato dagli oppositori e segnatamente dal Pds, ex Pci. Gianfranco Fini, neo fascista ed allievo del fucilatore repubblichino Almirante, è stato sdoganato da Berlusconi nel 1993 e dal Luciano Violante nel 1996. La Lega Nord, un partito nuovo con alcune potenzialità democratiche è diventato, dal 1994, un partito con forti connotazioni di destra con derive di stampo razzista, e neonazista, monopolizzato dal padre-padrone Umberto Bossi.
La Costituzione italiana è stata messa all’asta dal tutto il sistema dei partiti. Un pezzetto di Costituzione da svendere in cambio di operazioni di potere?
La giustizia è stata altra merce di scambio nel momento in cui importanti processi penali hanno svelato, pezzi di verità di corruzione sistematica e di inconfessabili collusioni tra mafie e poteri occulti.
Le modifiche processuali legislative in questi momenti cruciali, hanno significato l’indebolimento del sistema di repressione delle criminalità organizzate e dei potenti. Un numero significativo di assoluzioni per prescrizione ed insufficienza di prova non può far tacere una classe politica che rinuncia all’etica ed alla candidezza dei suoi appartenenti. Perché non è vietata la politica a coloro che hanno la fedina penale compromessa da sentenze passate in giudicato?
Le gravi affermazioni di Violante in Parlamento circa il benevolo atteggiamento del centrosinistra per salvare le tv di Berlusconi, mettono in luce ancora di più il sospetto che ci troviamo in clima di ricatti incrociati di cui aveva accennato qualche anno fa il magistrato di Milano Gherardo Colombo.
Sono bastate le quattro parole di Violante per chiarire ed interpretare tali sospetti avanzati da movimenti, intellettuali e pezzi della sinistra sul comportamento non proprio corretto della classe dirigente dei partiti del centrosinistra?
Partiamo dalle elezioni del 1994. Berlusconi non avrebbe potuto presentarsi alle elezioni perché ineleggibile. In tutti i partiti c’è il totale silenzio, ma nella società civile si levano le voci autorevoli della rivista Il Ponte e del Comitato di trasparenza, guidato da Vittorio Cimiotta, Vito Laterza, Carlo Vallauri, Alessandro Pizzorusso, Paolo Sylos Labini, Paolo Flores, D’Arcais.
In seguito si aggiungerà la voce autorevole del professore Giovanni Sartori.
Berlusconi vince solo alla Camera con il nuovo sistema maggioritario (cosiddetto Mattarellum) varato nel 1993.
La sinistra gli consente di formare il governo adducendo come scusa la sovranità del voto, dimenticando che la violazione della legge permette un gioco democratico truccato. Come se in un partita di calcio l’arbitro giocasse con una delle due squadre.
Poteva un normale cittadino senza il potere dell’informazione, dei media e della pubblicità in pochi mesi costituire un partito e vincere le elezioni?
C’è la violazione del principio di eguaglianza delle opportunità che colpisce soprattutto i cittadini più deboli ed indifesi.
La questione dell’ineleggibilità è posta dal Comitato di trasparenza, ma tutto il sistema dei partiti salva il Cavaliere dalla declaratoria di ineleggibilità. Solo un componente della Giunta vota contro il Berlusconi.
Nel frattempo il deputato abusivo Berlusconi diventa presidente del Consiglio aggravando di più il conflitto di interessi che dovrebbe prevedere una legislazione (ancora inesistente) più restrittiva anche per l’esecutivo.
A ciò si aggiungono i guai giudiziari di Berlusconi che emergono nel corso dell’indimenticabile 1994.
La Lega Nord, con la forte spinta dell’opposizione dell’allora popolare Buttiglione e del neo segretario del Pds Massimo D’Alema, sono gli artefici della caduta del governo Berlusconi, ma le rivelazioni di Violante gettano una luce sinistra sul cosiddetto ribaltone.
Berlusconi è rassicurato sulle tv?
Oltre l’anomalia Berlusconi-politico, c’è un evidente monopolio Fininvest/Publitalia (poi Mediaset) mediatico-pubblicitario e della carta stampata.
Seconda grave omissione della sinistra (e di tutti i partiti non “berlusconizzati”) è avere mantenuto tale monopolio e gestito con molta mollezza e disimpegno i referendum del 1995.
Nel 1996 l’Ulivo vince le elezioni ignorando l’applicazione dell’art. 10 della legge elettorale, calpestati nel 1994.
Fa di peggio: è eletto nelle sue file Cecchi Gori, anche lui ineleggibile sebbene non monopolista rispetto a Berlusconi.
La Giunta delle elezioni come nella legislatura precedente salva con un penoso cavillo il Cavaliere, Dell’Utri e Cecchi Gori, nonostante l’impegno valoroso del Comitato di trasparenza che segnala l’abuso alla Corte di giustizia europea.
In un Parlamento così strutturato, con i ricatti di cui parlava Gherardo Colombo e le contropartite accennate da Violante, già è drogato il voto delle leggi ordinarie, molto condizionate da persone che abusivamente siedono come rappresentanti del popolo.
Figuriamoci cosa vuol dire il progetto di modifica della Costituzione e l’istituzione della Bicamerale, fortemente voluta da D’Alema. Il momento è inopportuno anche per cambiare una virgola. Ma c’è un patto iniziale nel 1996 tra maggioranza e opposizione per cambiare la seconda parte della Costituzione. Non comprendiamo perché i fautori della riforma in buona fede abbiano esposto la Costituzione alla minaccia di distruzione dei principi fondanti nati dalla Resistenza e dalla lotta partigiana da parte di lor signori. Immaginiamoci se dopo il voto della Costituente nel 1946 avessero abusivamente eletto il luogotenente del Re o qualche gerarca fascista, fortemente compromesso con il regime di Salò. Sarebbe stata un’altra Costituzione, anche se tali componenti fossero stati minoritari. Il “patto” di cui accennava Violante è stato violato? Ci sono altri patti? Ad esempio quello del “giusto processo”, passato quasi all’unanimità durante il governo D’Alema? Senza una spiegazione approfondita e convincente si mettono fortemente in discussione gli anticorpi della sinistra e i cromosomi della democrazia.
Violante deve parlare e dire tutto, spiegandoci sino in fondo se c’erano accordi, quanti e quali erano e le ragioni (magari nobili) che noi ignoriamo. A meno che non fosse una clausola del Papello di chi sappiamo.
Non comprendiamo i motivi di una violazione di legge compiuta dal sistema dei partiti per salvare Berlusconi ineleggibile. Ci sono anche persone autorevoli della sinistra che ignorano l’esistenza della legge o ritengono che ormai sia carta straccia!
Vorremmo sapere se le cosiddette teste pensanti della sinistra e dell’Ulivo abbiano salvato “il moderato” Cavaliere perché temevano la destra di Fini e Bossi. Se l’hanno sottovalutato. Se ritenevano che avrebbe “mantenuto i patti” dopo le elezioni del 2001. Se sono così ingenui da fare la politica da professionisti!
Vorremmo sapere se tale atteggiamento ambiguo abbia influito sulla sconfitta elettorale dell’Ulivo che comunque rimane un’esperienza positiva per il risanamento finanziario del Paese, nonostante i molti limiti nel settore del lavoro e della previdenza.