Ore 8.33 Prepara la colazione con la sua caffettiera di canapa e il tostapane a idrogeno.
Ore 8.47 Legge un’intervista di Pizzarotti su Novella 2000.
Ore 8.59 Controllando nella sua rubrica, si accorge che ci sono ancora quattro deputati del Parlamento italiano che non ha insultato. Poi capisce subito perché: si tratta di un disabile, di un malato terminale, di un sopravvissuto a un incendio e di uno Stracquadanio.
Ore 9.31 Legge un’intervista di Pizzarotti su Bimbisaniebelli.
Ore 9.44 Ricorda quando, per denigrare la tecnologia, sul palco dei teatri colpiva con la mazza da baseball un computer, simbolo della tecnologia stessa. Oggi che denigra il Pdl perché caspita non fa uno spettacolo?
Ore 10.01 Scrive un pezzo per il suo blog, ma decide di non pubblicarlo perché ci sono troppo pochi “vaff*****o”
Ore 10.45 Partecipa a un’assemblea dei soci Telecom. Come sempre, l’assemblea si caratterizza per feroci polemiche, verità scomode e accuse di Grillo agli altri azionisti. Alla fine comunque si arriva a un accordo: sarà Giulia Innocenzi la prossima testimonial di Tim.
Ore 12.02 Ha l’alito così cattivo che lo manda aff*****o.
Ore 14.44 Ascolta un intervento radiofonico di Pizzarotti allo Zoo di 105.
Ore 15.01 Per il suo nuovo spettacolo sperimenta nuove battute, come dire a un tizio con i capelli rossi “Ti sei pettinato con l’antiruggine?”.
Ore 15.25 Legge un’intervista di Pizzarotti su El Mundo Deportivo.
Ore 15.29 Uscendo di casa, si ritrova assediato dalla gente che gli chiede autografi e fotografie, acclamandolo come un eroe abituato a sfide e imprese proibitive. Tipo lavorare con Pippo Baudo.
Ore 15.33 Va a fare la spesa alla Despar e improvvisa un comizio. “Ormai i centri commerciali sono morti. Dobbiamo ripartire dal basso, dalle liste civiche fatte da gente perbene, lattai, panettieri, fruttivendoli. Ci inventeremo un meccanismo di salumeria partecipativa, per permettere ai cittadini di scegliere quale taglio dare al governo. No ai pregiudicati e ai politici riciclati, sì agli insaccati e ai sacchetti riciclati”.
Ore 16.02 Legge le notizie relative agli ultimi sondaggi, che gli sono sempre più favorevoli. Secondo Ipr Marketing, per esempio, è Beppe Grillo il candidato più probabile per la vittoria delle prossime edizioni di X Factor, Sanremo e Amici. Seconda una ricerca di Eurisko, invece, a Uomini e donne Teresanna sceglierà Beppe Grillo. Secondo i sondaggi di Renato Mannheimer, inoltr… oh, andiamo, c’è ancora qualcuno che crede ai sondaggi di Mannheimer?
Ore 16.44 Dopo aver dato della vecchia putt**a a Rita Levi Montalcini, dà del vecchio magnaccia a Nelson Mandela. Uno che tra l’altro è stato in Parlamento pur essendo pregiudicato.
Ore 16.55 Tenendo al fede al suo impegno disinteressato e alla sua coerenza, al suo amore sincero per la patria, alla corrispondenza tra buoni propositi e azioni quotidiane, agli alti valori morali che hanno sempre contraddistinto il suo pensiero fin da quando era un semplice comic… scusate, questo era il pezzo per Dario Fo.
Ore 17.11 Finisce di stampare il programma del Movimento Cinque Stelle: in tutto sono ottanta pagine. Una bella fatica, considerando che non è certo una passeggiata fare copia e incolla della parola vaff*****o per ottanta pagine.
Ore 18.00 Legge un’intervista di Pizzarotti in un libro di Oriana Fallaci scritto nel 1984.
Ore 18.23 Ricorda quando, agli inizi degli anni Duemila, distruggeva un computer sul palco, mentre oggi è uno dei guru del web. Se la storia si ripete – pensa – fra cinque anni sono il leader del Partito Democratico.
Ore 19.01 Dichiara che i partiti sono peggio della mafia, e per dimostrarlo pubblica la foto di un bambino sciolto nell’acido in un barile con lo stemma di Fli.
Ore 23.33 Guarda Porta a Porta su Raiuno: una puntata monografica dedicata a Pizzarotti.
Ore 23.52 Legge i risultati di altri sondaggi, e scopre che ormai il Movimento Cinque Stelle è arrivato al 18 %. Quindi prende una drastica decisione. Scrive un post sul suo blog in cui insulta se stesso affibbiandosi soprannomi ridicoli, si dà del farabutto e spiega che nel M5S sono tutti ladri. Nel frattempo Napolitano, Berlusconi, Bossi e Bersani aprono un blog in comune il cui primo post è: La casta di Beppe Grullo.