Non si lascino ingannare i lettori ingenui che non abbiano letto almeno Zadig di Voltaire. Alcune storie dell’umana esistenza, semplici in apparenza, si complicano e si innalzano verso vette inaspettate.
Calderon de la Barca e Kleist sono i maestri del dettaglio che conduce nell’universo dell’indicibile. Così possiamo considerare il nuovo racconto autobiografico “Bastava dire no” di Chiara Maffioletti . L’autrice narra la parabola di un matrimonio breve e le relazioni sociali conseguenti. Banale, direbbe un lettore medio, ma se si entra nelle parole e nelle situazioni si scoprirà un mondo nuovo che sfugge alle ipocrisie e alle furbizie dei luoghi comuni. Un percorso controcorrente, difficoltoso ma pieno di energia nuova. Essere se stessi in una società omologata e di massa è la nuova sfida di Maffioletti .
La ricerca dalla felicità deve uscire da schemi antichi, da convenzioni secolari che sembravano essersi frantumate negli anni della contestazione e della emancipazione femminile. Riscoprire il Cantico dei Cantici fuori dai codici canonici, retaggio di secoli di misoginia. Un sfida individuale che si scontra con le contraddizioni dei contemporanei nuovo conformismo nelle scorciatoie di trasgressioni e ipocrisie. Maffioletti novella André de Chénier ascende nell’azzurro spazio da decifrare in profondità. Una prova letteraria non facile senza trasposizioni su storie o personaggio inventati.
Calarsi nella propria esistenza con ironia e malinconia risveglia i lettori più pigri a reagire, ad analizzarsi, ad aver coraggio. Non basta l’amore per condividere un’esistenza. Occorre un’empatia nuova e una filosofia del confronto serrate su un piano di eguaglianza dei generi. L’autrice aggiunge un pizzico di poesia. Parafrasando il Mercante di Venezia di Shakespeare: “il mondo… un teatro dove ognuno deve rappresentare una parte e la mia è una parte seria”.
Chiara Maffioletti, Bastava dire no, Marsilio Editore, pagine 124, euro 12,50