La vicenda dei clienti di ragazzine nota alle cronache come il caso delle “baby squillo” romane, come sempre accade nei casi che riguardano o lambiscono la politica, è un grande rilevatore della società oltre che uno tra i più potenti detonatori di stupidaggini.
Sembra fatto apposta, ma questi episodi che emergono periodicamente, e che poi si inabissano nelle brevi dei quotidiani fino allo scandalo successivo, svelano in un colpo solo modelli relazionali, informazioni sulla sessualità, sul desiderio, l’infelicità, gli obiettivi, il lavoro, il talento, gli orizzonti di vita, la famiglia insomma la forma della società e il suo intimo e vitale funzionamento di cui non ci occupiamo più se non appunto quando lo impone la cronaca. E a patto che ci cada dentro qualche politico. Altrimenti tutto continua a succedere ma nessuno trova saggio occuparsene.
Nel caso di specie è finito nelle cronache il marito di Alessandra Mussolini, politica sempre in prima linea a favore della libertà sessuale del capo padrone di partito, ma sempre schierata a reprimere e giudicare libertà e sessualità altrui. Così quando le è successo di trovarsi negli stessi panni di Veronica Lario, si è beccata una gran pernacchia dal popolo social che è un po’ come la piazza senza testa, che pure lei deve storicamente conoscere.
Non era giusto però che l’eco della pernacchia uscita dai social rimbalzasse (o partisse da) sugli on line dei quotidiani. Non era giusto per una semplice ragione di lettura delle informazioni e di attribuzioni di responsabilità. Il “cliente colpevole” è semmai suo marito, non è lei. E’ lui che deve rispondere di fronte alla legge.
Ora Alessandra Mussolini ha assunto una posizione pubblica e dato un segnale : si è ripresa il marito, per fortuna non su Repubblica come Veronica Lario, ma sul giornalino politico della destra Chi. Lui, dice, è “padre dei suoi figli” omettendo la seconda parte, che è la sola che conta, e cioè che i figli hanno la stessa età delle ragazzine che lui ha pagato per fare sesso. Questa seconda parte -che poi è un reato- prevede una pena, all’inasprimento delle quali la senatrice si è sempre dedicata, salvo inserire dettagli che favorissero la posizione di Berlusconi, come quello “sul cliente inconsapevole” della minore età della prostituta. Un cliente talmente infoiato, al quale non vengono dubbi tra 14 e 18, come invece sono venuti a quello in Liguria che si è sottratto alle ragazze prostitute, perché appunto, troppo giovani.
Insomma come era per suo nonno e l’orrenda mentalità di cui era artefice, il Padre, il maschio di casa va difeso, e la colpa appare chiaro, è di quelle ragazzine. Peraltro puttane.
Indimenticabile fu una puntata di Porta a Porta contro Marco Bellocchio che presentava il suo splendido film “Vincere” sulla storia di Ida Direne Dalser (con la quale il duce ebbe un figlio, Albino, e che fece rinchiudere in manicomio). Alessandra Mussolini prese le difese del nonno e liquidò la donna e la sua storia come la storia di una pazza.
Ecco forse mai come in questa occasione è sembrata l’imprescindibile contraltare femminile e incarnazione del fascista predatore. Sembra perfetta quella fotografia che accompagna le cronache e che la ritrae il giorno del suo matrimonio a Predappio, con il marito dallo sguardo ebete e il mascellone volitivo.
Così, se “Chi” ha pubblicato il week end perfetto della ricomposta famiglia Floriani, che si è fatta vedere anche a messa, lo spettacolo reale è invece un corto circuito di cinismo e di orrore che la senatrice berlusconiana ha ingoiato in un attimo come si fa con una medicina cattiva. Davanti a tutti, senza fare un fiato. L’immagine riflessa però è l’orrore del film (vincitore a Venezia di due premi) “Miss Violence”: ritratto feroce di una società in decomposizione dove il padre violenta le figlie, spesso consenzienti. Guarda caso. Un po’ come le ragazzine dei Parioli, consenzienti.
Visto che i padri sono quelli lì.
Quale simbolo e messaggio peggiore non solo per la cittadinanza e soprattutto per i figli, che quella di reintegrare nella famiglia un predatore simile?
Il “dettaglio” della minore età delle ragazze è omesso ovunque. Questa linea è anche quella della sorella dello sfruttatore Mirko Leni: “anche loro volevano soldi, e dimostrano più della loro età”.
Il Corriere della Sera on line non si lascia sfuggire il ritrattino della famiglia che si ricompone, grazie anche ai gol domenicali di uno dei figli.
L’assurda Barbara Palombelli che conduce la trasmissione di Canale Cinque, “Forum” commenta sul Foglio, a proposito dei clienti:
“dovremmo essere garantisti nei confronti di quei poveri disgraziati che figurano nelle liste nere della magistratura. Qualcuno davvero si rallegra del fatto che i “clienti insospettabili” siano oggetto di ricatti quotidiani grazie a una legge? Un orrore. Le ragazzine minorenni protagoniste, giustamente, sono al riparo e loro verranno massacrati come capita al povero Floriani. Va detto che nemmeno negli anni della più retriva Democrazia Cristiana si arrivava a tanto. Nell’inferno dei divieti e delle intercettazioni, nel mondo dove si filma e si fotografa tutto, il sogno di una vita sessuale libera e serena sta svanendo. Fortunate noi che l’abbiamo vissuto e lo potremo raccontare ai nostri nipoti”.
Cosa c’è di più prostitutivo e orrendo di una (ex) di sinistra che lavora nella tv di Berlusconi e parla di garantismo e di libertà sessuale di un fascista che ha pagato delle ragazzine per farci sesso, sul giornale “garantista di Berlusconi”?
In perfetta sintonia con Palombelli è il pensiero di un deputato di Fratelli d’Italia – ex tutte le sigle- di-destra – , che dice: “Adesso però risparmiateci i racconti “sofferti” delle baby-squillo. Mignotte consapevoli e spontanee; giovanissime, ma sempre mignotte”.
Oppure, “non sono mica tutte così, ci sono anche ragazze perbene” scrive sulla sua bacheca facebook Patrizia Prestipino della direzione del PD, paragonando le cattive ragazze alla “dama bianca”.
Sulla stessa linea della (pseudo) politica è appunto uno dei clienti del giro, Riccardo Sbarra: “le ragazzine erano molto disinibite e provocanti, già esperte e brave a coinvolgere psicologicamente un uomo, perché disinvolte e delle vere “lolite”.
Dall’immigrato fino alle adolescenti che si prostituiscono la “colpa” si fabbrica nelle pieghe feroci della visione piccolo borghese italiana, clericale e ancora fascista. E, di sicuro, è sempre colpa delle puttane.