Comincia oggi la prima delle tre giornate di astensione dalle udienze, indetta dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura, unitamente alle altre istituzioni, Ordini e Associazioni forensi.
La protesta prosegue fino a giovedì e culmina con due manifestazioni a Roma: alle 11 con un gazebo informativo di fronte a Montecitorio, dalle 13 con un corteo da Piazza della Repubblica. Sull’andamento delle iniziative positivo il giudizio del presidente Oua, Nicola Marino: “In generale l’astensione ha adesioni del 90% (garantiti i servizi minimi per legge). Massiccia in quasi tutti i tribunali la partecipazione degli avvocati. Un successo!”.
“Il messaggio al nuovo Governo Renzi è chiaro – continua il presidente Oua – è giunto il momento delle riforme, finita l’epoca degli interventi spot che danneggiano i cittadini. Vogliamo una giustizia moderna, efficiente ed efficace, non un sistema farraginoso che tutela solo pochi privilegiati. E giovedì mattina nel gazebo informativo a Montecitorio presenteremo un pacchetto di proposte”.
“Cambiare si può – conclude Marino – gli avvocati sono disponibili a dare il loro contributo. Noi non entriamo nello sterile gioco del totonomine, ma al futuro Guardasigilli, sin da ora, chiediamo di avviare una nuova stagione riformatrice con il concorso di idee di tutti, avvocati e magistrati. Basta con i provvedimenti scritti da chi non ha mai operato in tribunale”.
Ma se il presidente Oua è propositivo nei confronti del nuovo esecutivo, il presidente dell’Associazione nazionale avvocati italiani lo è molto meno.
“Da lungo tempo la politica ci sta deludendo. Le scelte sulla giustizia sono state tutte demagogiche e sbagliate – ha dichiarato il presidente Anai Maurizio De Tilla – Non dobbiamo demordere. Il nuovo Governo Renzi non ci deve indurre a credere in una prospettiva migliore.
Tutto procederà come prima, fino a quando non saremo certi che la politica non si farà condizionare dai poteri forti.
All’orizzonte non c’è alcun progetto serio sulla giustizia, né alcun sostanziale cambiamento di rotta.
L’Avvocatura è in lotta e non deve deflettere nemmeno un istante”.
Il presidente De Tilla infine rilancia: “Dopo il 20 febbraio dobbiamo anche valutare la possibilità di un’astensione ad oltranza“.