Che gli avvocati fossero sempre più poveri lo avevamo già scritto a giugno, ora sono arrivati i dati ufficiali della Cassa Forense.
Alla VII Conferenza dell’avvocatura svoltasi la scorsa settimana a Roma, il presidente Alberto Bagnoli ha reso noti i redditi degli avvocati iscritti a Cassa Forense. Se tra il 2009 e il 2010 il monte reddito è cresciuto del 2,1%, il dato è dovuto essenzialmente all’aumento del numero degli iscritti passati da 152.089 del 2009 ai 156.934 del 2010, mentre per rendersi conto del momento critico dell’Avvocatura bisogna guardare al valore dei redditi annui dove, per il terzo anno consecutivo questi registrano numeri in calo.
Nel 2010 il reddito medio annuo degli avvocati iscritti alla Cassa si è attestato sui 47.822 euro, il 2 % in meno rispetto al 2009 che era pari a 48.805 euro. Il dato poi peggiora se si guarda al reddito medio annuo rivalutato, che ha perso il 3,5% passando da 49.586 del 2009 ai 47.822 euro del 2010.
La situazione critica dell’Avvocatura emerge ancor più chiaramente se si analizzano i dati dei redditi in una finestra temporale più ampia. Dal 2007 al 2010, il reddito medio annuo dei professionisti è sceso di quasi il 7%, passando dai 51.314 ai 47.882 euro. La situazione è ancora più preoccupante se si guarda al valore reale del reddito (cioè al netto dell’inflazione), che fa registrare una flessione di oltre l’11%, passando dai 54.180 ai 47.822 euro.
Fotografando in modo più approfondito la situazione reddituale, si nota una polarizzazione ben precisa. Nel 2010, il monte reddito degli avvocati iscritti a Cassa si è attestato sui 7.351.474.677 euro (totale dichiarazioni pervenute 153.727 su 156.934 professionisti iscritti alla Cassa). Di questo, il 93,5% (cioè 6.877.532.957 euro) è nelle mani del 62,5% degli avvocati. Il 37,5 si spartisce l’esiguo resto della fetta, registrando un reddito medio annuo inferiore ai 16 mila euro (meno di 1.300 euro al mese). Un trend ancora peggiore si riscontra se guardiamo alla situazione di tutti gli avvocati registrati agli Albi (iscritti e non iscritti a Cassa forense): il 50% dei professionisti guadagna meno di 16 mila euro all’anno.
Nonostante la numerosità della rappresentanza, però, giovani e donne sono le categorie più penalizzate dalla crisi. Per i giovani professionisti tra i 24 e i 29 anni, infatti, il reddito medio è pari a 15.333 euro all’anno; mentre gli avvocati nella fascia tra i 60 e i 64 anni sono quelli che guadagnano di più con 102.364 euro all’anno. Le donne, poi, nel 2010 hanno registrato mediamente un reddito molto più basso degli uomini, 27.542 euro contro 62.583 euro. “La crisi dell’Avvocatura è globale – ha commentato Bagnoli – ma si fa sentire soprattutto nelle categorie più deboli. Per quel che ci riguarda, questi dati sono preziosi per continuare a progettare interventi mirati alla tutela delle componenti più vulnerabili della professione”.
Geograficamente parlando, il reddito medio dichiarato dagli avvocati iscritti a Cassa nel 2010 è di 59.863 euro al nord (62.349 euro nel 2009, un – 4%), 51.609 euro al centro (53.752 euro nel 2009, un – 4%) e 31.901 euro al sud (33.226 euro nel 2009, un – 4%). La regione che incassa di più è l’Alto Adige con 78.808 euro, quella che incassa di meno la Calabria con 24.237 euro. Anche le grandi città risentono della crisi. Se Milano continua a essere la regina del foro con un monte redditi complessivo di 90.368 euro medie annue, registra tuttavia un -0,6% rispetto al 2009 e un -8,3% nell’ultimo triennio. Lo stesso per le altre metropoli: Roma con 68.160 euro (-3,5%, – 6,2% nell’ultimo triennio); Napoli con 42.822 euro (-0,3%, – 12,1% nell’ultimo triennio); Bari con 32.979 euro (-2,8%, – 8,1% nell’ultimo triennio).
(Sull’argomento vedi articoli: avvocati desaparecidos del 24 giugno2011, Giovani avvocati, arrivano i nuovi poveri del 26 maggio, Welfare avanzato per la professione forense del 12 maggio 2011)