Trovare al più presto una soluzione equa e sostenibile che consenta a tutti gli avvocati di poter trasferire a Cassa Forense tutti i contributi versati prima del 2013 alla gestione speciale dell’Inps.
È l’auspicio con cui Aiga, l’Associazone Italiana Giovani Avvocati, accoglie la decisione della stessa Cassa Forense – l’istituto previdenziale autonomo degli avvocati – che ha richiesto l’apertura di un tavolo tecnico di confronto con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per trovare una soluzione all’annoso problema della ricongiunzione dei contributi.
Il problema della ricongiunzione dei contributi riguarda il 20 per cento della categoria: decine di migliaia di avvocati che hanno versato parte dei contributi all’Inps e parte a Cassa Forense e ad oggi non possono riunirli tutti in un’unica posizione. I dati parlano chiaro: al 31 dicembre 2013, quando è entrata in vigore la nuova legge professionale che ha sancito l’obbligo di iscrizione all’istituto di categoria per tutti gli avvocati, erano 53.111 i legali che non risultavano iscritti a Cassa Forense e dunque versavano i contributi alla gestione speciale Inps.
Ora quei soldi versati prima del 2013 devono trovare la strada della “casa comune” costituita dalla cassa di categoria. Lo stesso presidente dell’Inps, Tito Boeri, di recente ha chiesto in Parlamento che si trovi una soluzione.
«Siamo soddisfatti dell’iniziativa di Cassa Forense e crediamo che, con uno spirito collaborativo e fattivo, si possa trovare in breve tempo un rimedio che tuteli migliaia di avvocati e i loro contributi frutto di anni di lavoro – spiega la presidente dell’Associazione italiana giovani avvocati Nicoletta Giorgi – I contributi, è bene sottolinearlo, sono comunque dovuti, anche per chi non li aveva versati quando non vigeva l’obbligo di contribuzione minima».
«L’iscrizione obbligatoria alla Cassa Forense, con i relativi versamenti minimi, non fa che concretizzare gli obblighi previdenziali previsti dal nostro codice deontologico forense che in questo si richiama ai principi della Costituzione – aggiungono gli avvocati Fabrizio di Zozza e Michele Lerro, componenti della Giunta nazionale di Aiga che seguono da vicino la questione – L’obbligo previdenziale è costituzionalmente sancito e nessuno, compresi i professionisti, può sottrarsi a questo onere, anche per una questione di solidarietà ed eguaglianza sociale.
Invitiamo i colleghi che in questi giorni stanno ricevendo gli avvisi di accertamento da parte dell’Inps a non sottrarsi all’obbligo di versamento di contributi arretrati, qualora questi vengano richiesti dall’ente. In tali situazioni può essere utile richiedere anche l’intervento di Cassa Forense per trovare soluzioni improntate all’equità».