L’Associazione Nazionale Avvocati Italiani fa rilevare che vanno anzitutto aumentati i compensi – fissati in misura irrisoria – relativi alle fasce di causa di minor valore, con particolare riferimento alle controversie innanzi al giudice di pace perché le azioni dei cittadini incidono su diritti che sono suscettibili non solo di valutazione economica. Un passaggio sottolineato anche dalle commissioni Giustizia di Camera e Senato nei loro pareri votati la settimana scorsa.
“I pareri sono stati corredati di rilievi critici e condizioni che il Ministero della giustizia dovrebbe accogliere” ha dichiarato il presidente Anai Maurizio De Tilla.
“Altra rettifica da farsi e sempre evidenziata dai pareri – ha continuato De Tilla – è il ripristino del compenso per le prestazioni nella fase successiva alla decisione che importano attività rilevanti e non di poco conto.
Il rimborso forfettario per spese generali non va affidato alla discrezionalità del giudice, occorre ridurre o eliminare questa discrezionalità nel fissare i compensi. Bisogna vincolare la statuizione sulle spese ad una motivazione corretta ed esplicita. Spesso il giudice “sforbicia” notevolmente i parametri vanificando l’attività difensiva. Del resto questo passaggio – ha continuato De Tilla – è stato evidenziato anche dalla commissione Giustizia di Montecitorio. Il rimborso inoltre va stabilito nella misura fissa del 15 per cento”.
Infine, conclude De Tilla “sconcertano le riduzioni del compenso per le attività di difesa dei meno abbienti. Va quindi ribadita la impossibilità di cumularne le percentuali”.