“La categoria degli avvocati è tra i professionisti quella che maggiormente sta soffrendo la crisi economica, con circa 3mila euro in meno all’anno di imponibile rispetto al 2011. Ma il 2013 rischia di registrare un ulteriore peggioramento, perché i redditi del 2012 scontano solo in parte l’aumento del contributo unificato, innalzato per tre volte nell’ultimo anno e mezzo, e sempre solo in parte la drastica riduzione dei compensi, grazie ai parametri da fame vigenti.
Questo dovrebbe convincere il CNF a ratificare l’accordo di novembre al più presto, in modo da consentire al Ministro di pubblicare il DM di modifica sui parametri. Se ciò non accadrà un ulteriore crollo dei redditi sarà, a questo punto inevitabile, e sapremo anche a chi attribuirne la responsabilità. ”
Lo dichiara il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense Ester Perifano.
“La crisi – continua Perifano – ha fatto diminuire il lavoro in generale per tutti i professionisti e, gli avvocati, in particolare, scontano anche i ripetuti aumenti del contributo unificato : i cittadini a causa dei costi gravosi imposti dallo Stato piuttosto rinunciano a far valere i propri diritti in giudizio. Per resistere a questa caduta del volume di affari occorre cominciare a individuare un modello più efficiente di gestione della giustizia, redistribuendo le competenze all’interno del comparto giuridico-economico e “privatizzando” alcuni servizi, affidandoli ai professionisti: per esempio procedure esecutive, separazioni consensuali e decreti ingiuntivi potrebbero anche fare a meno dell’intervento dei giudici. Quanto ai parametri, invece, la questione è diversa perché la soluzione sarebbe già pronta,con modifiche condivise da tutte le rappresentanze forensi. Ma a causa dell’intransigenza del CNF, il Ministro non può pubblicare il decreto correttivo. Secondo il CNF i parametri per i compensi degli avvocati dovranno essere rivisti sulla base della nuova legge di riforma della professione. Poco importa se ciò comporterà un allungamento dei tempi che andrà a ulteriore detrimento dei redditi della categoria”.
“Chiediamo quindi al CNF – conclude Perifano – un atto di responsabilità, del quale tutti gli avvocati lo ringrazieranno : ratifichi l’accordo di novembre e dia il via libera alla pubblicazione del decreto correttivo”.