Innanzitutto, osserva l’AGI, attenzione alle contraddizioni, perché se da un lato l’obiettivo dell’iniziativa è quello di riordinare e semplificare non dovrebbero essere introdotte, seppure per via sperimentale, altre tipologie di contratto.
Il tutto è a fin di bene, al fine di favorire l’inserimento nel mondo del lavoro con tutele crescenti per i lavoratori coinvolti, ma la realtà che introdurre altre fattispecie non si semplifica proprio niente.
Altre insidie, secondo i giuslavoristi, si nascondono nell’articolo 1 nel passaggio riguardante la Cassa integrazione: sembra infatti che la formulazione della norma comporterebbe il divieto di ricorso allo strumento di tutela anche dove l’azienda acceda alla procedura fallimentare, un disguido che potrebbe essere risolto aggiungendo le parole “salvo nel caso di apertura di procedura concorsuale”.
Ma la cosa più importante, sottolineata da AGI è che sarebbe opportuno coordinare gli interventi di natura sostanziale e previdenziale prefigurati nel disegno di legge con le riforme della giustizia del lavoro all’attenzione del ministro della Giustizia Andrea Orlando.
Con l’occasione gli avvocati giuslavoristi hanno ricordato e consegnato ai parlamentari la proposta già inviata all’allora ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, tramite il Consiglio nazionale forense, una serie di riforme tendenti ad una maggiore efficienza del sistema. Tra queste anche un articolato elaborato insieme con l’Associazione nazionale Magistrati volto ad abrogare il rito Fornero per l’impugnazione dei licenziamenti.
Senato della Repubblica, commissione Lavoro – relazione Agi – 04.06.14