L’Associazione nazionale forense, invece, si augura che il cambio di passo annunciato dal presidente del Consiglio Letta, inizi proprio da via Arenula togliendo la Giustizia dalle mani dei burocrati.
“È una vicenda allucinante” dichiara il presidente dell’Associazione nazionale avvocati Maurizio De Tilla in merito allo slittamento in Consiglio dei ministri del decreto correttivo sulla geografia giudiziaria.
“Al Ministero della Giustizia, su sollecitazione dei partiti – ha continuato De Tilla – si sono accorti che dalle isole non si può spesso raggiungere la terra ferma; che in alcuni Tribunali accorpanti la giustizia è paralizzata, che si sono soppressi uffici giudiziari dove è presente la criminalità organizzata, che per raggiungere alcuni nuovi uffici occorre percorrere anche più di cento chilometri, che i processi dei Tribunali soppressi sono congelati e vengono rinviati anche ad udienze successive al 2020 e su questi presupposti il Ministero ha proposto il primo di diversi decreti correttivi per ripristinare alcuni uffici soppressi”.
“Il decreto era pronto con il pieno consenso delle Commissioni Giustizia della Camera e del Senato – ha continuato il presidente Anai – ma all’improvviso tutto è stato bloccato nel Consiglio dei Ministri. La Ministra Cancellieri è andata a Mosca per organizzare seminari e intessere rapporti con i russi. Dobbiamo ritenere che si siano opposti al decreto i soliti poteri forti che questa volta hanno trovato una voce autorevole nel Vice Presidente del C.S.M. il quale, lo stesso giorno della seduta del Consiglio dei Ministri, ha rilasciato un’intervista in cui ha testualmente affermato: “Con le deroghe la riforma evapora”, dimenticando che è proprio la normativa sulla revisione della geografia giudiziaria che prevede correttivi e modifiche, volute per altro dalle principali forze politiche.
Non si tratta quindi di deroghe ma di atti pertinenti alla correzione di un’applicazione negativa della riforma”.
L’ANAI osserva che la Ministra, se è effettivamente autonoma, deve procedere con speditezza. Altrimenti accredita il sospetto che ella non abbia alcuna indipendenza e sia stata messa lì (non essendo competente per la giustizia) solo per soddisfare le istanze dei poteri forti.
L’Associazione nazionale forense, invece, si augura che Letta inizi il rimpasto proprio dal ministro Cancellieri.
“Ci auguriamo che il premier Letta si decida al più presto per dare vita al cambio che lasciaintendere da giorni : la giustizia è un settore troppo delicato per poteressere lasciato nelle mani dei burocrati. Se ci sarà il cosiddetto rimpasto inizi dalla Giustizia, e “dimetta” il ministro Cancellieri.”
Lo dichiara il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense.
“Ogni giorno che passa – continua Perifano – il ministro Cancellieri dimostra sempre più di essere inadatta al delicato ruolo di Ministro della Giustizia. Al netto della noncuranza che mostra in ogni occasione neiconfronti dell’Avvocatura, ciò che ha caratterizzato la sua presenza al Ministero di via Arenula è la posizione assunta di mero esecutore di una serie di provvedimenti che incidono negativamente sull’amministrazione della giustizia e sui diritti dei cittadini: costi che schizzano paurosamente verso l’alto senza che vi sia una effettiva contropartita, l’ennesimo einconcludente intervento sul processo civile, regali a banche eassicurazioni”.
“La sua assenza alla conferenza di Napoli e le poche e timidissime aperturedel sottosegretario Ferri hanno profondamente deluso l’Avvocatura, che attende in ogni caso dal suo Organismo di rappresentanza una maggiore capacità di sintesi e di ascolto per farsi interprete non solo della protesta ma anche della proposta” – conclude Perifano.