“Chiediamo al CNF di guardare alle urgenze che attanagliano l’avvocatura e, quindi, ratificare, per quanto di sua competenza il decreto correttivo concordato con il Ministro della Giustizia lo scorso novembre”.
Così Ester Perifano, segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense in merito al nodo dei compensi professionali.
“I redditi degli avvocati – continua Perifano – sono mediamente scesi del 20 % negli ultimi cinque anni, e sono destinati a flettere ancora, poiché il DM 140/2012 al quali i magistrati si attengono nella liquidazione dei compensi professionali, essendo entrato in vigore solo a metà dello scorso anno, non ha ancora prodotto tutte le potenziali conseguenze: assolutamente nefaste. Per dare un’inversione di rotta al collasso economico nell’attività degli avvocati, l’Anf insiste su una proposta di buon senso e assolutamente percorribile: il CNF ratifichi l’accordo del novembre scorso, nel quale è prevista, tra gli altri punti, la immediata reintroduzione della voce spese forfettarie, che potrebbero andare da un minimo del 10 ad un massimo del 20%. Un primo segnale che potrebbe consentire un certo recupero nei redditi della categoria.”
“Dopo la pubblicazione del DM 140/2012 – ricorda Perifano – le rappresentanze dell’avvocatura (mentre il CNF si era autoescluso), negoziarono numerose modifiche al decreto vigente. Un accordo che rappresenta ancora un notevole passo avanti per le liquidazioni giudiziali.
Pur con l’entrata in vigore della Riforma Forense che prevede un iter formale diverso per l’approvazione dei parametri, il Ministro della Giustizia aveva mostrato disponibilità a ritenere validi le modifiche concordate, se solo il CNF avesse consentito a considerare quell’accordo alla stregua di una proposta: ciò avrebbe consentito di poter beneficiare del tempo trascorso e dell’iter già integralmente effettuato e di poter giungere, rapidamente, alla soluzione tanto attesa.”
“Ciò, ad oggi, non è purtroppo accaduto, e anzi, abbiamo assistito ad un irrigidimento delle rispettive posizioni. Ci auguriamo tuttavia – conclude Perifano – che il CNF accolga questa richiesta, e non rimanga ancora insensibile alle sollecitazioni che, davvero unanimemente, provengono dai 240.000 avvocati italiani.”