I musulmani italiani devono ora più che mai restare uniti e fare fronte comune con le forze religiose e politiche del nostro paese per respingere la barbarie di chi si fa scudo della religione islamica per commettere atroci crimini come quelli avvenuti a Parigi.
Il Centro Islamico Culturale d’Italia condanna con forza la serie di attentati avvenuti nella notte del 13 novembre a Parigi che hanno provocato centinaia di vittime innocenti. In una nota il Centro islamico Culturale d’Italia, che gestisce la Grande Moschea di Roma, esprime le proprie condoglianze ai familiari delle vittime della strage e lancia un appello all’opinione pubblica europea affinché “tutti gli uomini e donne di buona volontà restino uniti contro questa barbarie”. I musulmani italiani si sentono “al fianco del popolo parigino e delle sue forze di sicurezza per l’attacco armato compiuto contro persone inermi che non contrasta con i principi dell’umanità e di tutte le religioni”.
In particolare il segretario generale del Centro islamico, Abdellah Redouane, afferma che “oltre al cordoglio e alla condanna bisogna trovare la forza per unirsi e, così come è stato per l’attacco alla redazione della rivista Charlie Hebdo, bisogna riconsiderare il fallimento del vivere insieme voluto e causato da elementi terroristici. È necessario restare uniti contro la barbarie e la violenza e lavorare sempre di più uniti, non solo per garantire e difendere la democrazia, minacciata da forze
oscurantiste di inusitata mostruosità e proteggere i valori di Liberté, Égalité e Fraternité”.
Per Redouane è condannabile ogni silenzio nei confronti di queste tragedie “che trascende nella connivenza e nella complicità. Dopo quanto accaduto a Parigi, con una città intera in ostaggio di una banda di barbari, dobbiamo farci un esame di coscienza per contrastare con forza questa minaccia che è stata alimenta proprio dal silenzio. Per fare questo bisogna sostenere chi da sempre è impegnato in prima linea per il dialogo tra le religioni e le culture e per la promozione dei principi di pluralismo e rispetto della libertà”.