Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, un comunicato del consiglio direttivo dell’Associazione Napoletana della Stampa presieduto dal collega Enzo Colimoro, sulla vicenda giudiziaria che ha visto, dal 1984, il comune di Napoli, proprietario della sede del sindacato dei giornalisti, contro l’Associazione che, dopo trent’anni di contenzioso è stata condannata a pagare quasi 3 milioni e mezzo di euro all’amministrazione comunale. Una sentenza che ha causato la chiusura dell’Assostampa.
Come spesso accade nel nostro Paese privo di memoria storica (sebbene i giornalisti dovrebbero essere coloro che la custodiscono) alcuni colleghi hanno strumentalizzato l’accaduto tentando di addossarne la responsabilità all’attuale consiglio direttivo del sindacato.
Fingendo di dimenticare che la causa di tutto ciò è da ricercare nella gestione dissennata che negli anni Settanta, Ottanta e in parte anche negli anni Novanta caratterizzò l’Associazione della Stampa e in particolare la sede, prestigiosa, che anni addietro era stata messa a disposizione quasi gratuitamente dal comune di Napoli.
Nel passato, infatti, quella sede veniva utilizzata per cerimonie private, pranzi, cene, perfino per organizzare tornei di carte dove non mancava un congruo giro di denaro. Negli anni Settanta venne finanche messa a disposizione della signora Pupetta Maresca, contrabbandiera e vedova del boss della vecchia camorra Pasquale Simonetti detto Pascalone ‘e Nola, per una conferenza stampa in difesa dei contrabbandieri che, a dire della signora Maresca, avevano il merito di risolvere il problema della disoccupazione a Napoli e, ciononostante, venivano “perseguitati” dalle forze dell’ordine.
In conseguenza di tutto ciò, il Comune di Napoli alla metà degli anni Ottanta chiedeva un adeguamento del canone di locazione della sede in considerazione del fatto che veniva utilizzata anche per scopi di lucro.
I consigli direttivi dell’Associazione negli ultimi otto anni hanno avuto il merito di ricostruire la dignità, oltre che la corretta amministrazione, del sindacato napoletano dei giornalisti. Purtroppo sono stati travolti da un ignobile passato segnato da ben altri… “rappresentanti”. (robor)
L’Associazione Napoletana della Stampa, lo storico Sindacato dei giornalisti, chiude i battenti. È costretta a farlo a seguito di una sentenza della Corte di Cassazione che ha messo la parola fine ad un contenzioso con il Comune di Napoli che, nel lontano 1993, intimava lo sfratto ai giornalisti che avevano stabilito la sede del Circolo della Stampa presso la Casina del Boschetto, in Villa Comunale.
La vicenda, peraltro, ha origine ancora prima, quando nel 1984 (Colimoro aveva 14 anni!!!) l Comune chiedeva ai giornalisti un adeguamento del canone di locazione per i locali del Circolo della Stampa e, in assenza di una risposta, diede poi vita all’azione giudiziaria culminata con lo sfratto (novembre 1999).
Dell’intera vicenda si sarebbero dovuti occupare, nel corso degli anni, tra giudizi di primo grado, Appello e, da ultimo, la Cassazione, diversi direttivi dell’Assostampa nell’arco temporale di oltre venti anni ma, come risulta dagli atti reperiti presso l’archivio della stessa Associazione, non si è riusciti a risolvere la questione in via transattiva, evidentemente confidando, in maniera errata, nell’azione giudiziaria intrapresa.
Nello specifico, come è stato illustrato nel corso dell’ultima Assembla del 31 marzo 2014, il Comune di Napoli conveniva in giudizio innanzi all’allora Pretore di Napoli l’Associazione Napoletana della Stampa per l’udienza dell’ 11 giugno 1993. Per amor di verità,bisogna ricordare che a quell’epoca il Presidente era Lello Barbuto (morto nel 1994 e sostituito da Franco Maresca). All’udienza nessuno compariva per l’Associazione Napoletana della Stampa, per cui il Pretore di Napoli convalidava lo sfratto per finita locazione al 4 maggio 1985.
Intanto, dal 1995 al 1997 si insedia, a seguito di nuove elezioni dell’Associazione Napoletana della Stampa, un nuovo direttivo con al vertice ancora il Presidente Franco Maresca.
Dopo alterne vicende, meglio specificate nella Relazione approvata dall’Assemblea del 31 marzo 2014 (in allegato: gli allegati sono leggibili cliccando sul nome del file riportato in alto a destra accanto al titolo di questo articolo), si arrivava alla sentenza della Corte di Appello di Napoli che condannava l’Assostampa al risarcimento dei danni in favore del Comune di Napoli di circa tre milioni di euro.
Si arriva così al Ricorso in Cassazione, sotto la Presidenza di Gianni Ambrosino, il cui esito , com’è noto, è stato negativo per l’Associazione.
Il 19 giugno 2013 , infatti, ad oltre venti anni dal primo atto con il quale il Comune di Napoli aveva intimato lo sfratto, viene notificata all’attuale Presidente dell’Assostampa, Enzo Colimoro, la sentenza definitiva della Suprema Corte di Cassazione per la quale il Sindacato deve versare una somma che, tenuto conto del passare degli anni e del meccanismo di interessi legali e rivalutazione monetaria, ammonta a 3.457.760,75 euro secondo la quantificazione dello stesso Comune di Napoli nell’atto di pignoramento presso terzi notificato nel Febbraio del 2014.
Una situazione aberrante, dunque, che vede quello che era divenuto, negli ultimi anni, un Sindacato virtuoso, con un direttivo che, per la prima volta, ha affiancato, sostenuto, assistito concretamente, tutti i giornalisti che si sono rivolti ad esso in quest’epoca buia di crisi, costretto ad assumere responsabilità risalenti negli anni e adottare decisioni che inevitabilmente ne determineranno la fine, vista l’impossibilità di far fronte a questa cifra.
Dopo la Relazione all’assemblea del Presidente e del Tesoriere, Filiberto Passananti, i giornalisti hanno votato non solo il documento politico allegato ma anche la relazione contabile e il bilancio, tenuto conto che, documenti alla mano, è stato dimostrato che dal Luglio 2007 (data dell’inizio della Presidenza Colimoro e della tesoreria di Passananti) ad oggi la gestione, dal punto di vista amministrativo e contabile è stata non solo correttissima, ma irreprensibile, onesta e trasparente. E chi ha conosciuto il prima ed il dopo, non ha potuto che darne atto. “La nostra gestione – ha sostenuto Passananti- che partiva da una disponibilità finanziaria di euro 11.888,24 verificate all’atto del nostro insediamento, è stata in grado di assicurare il pagamento degli stipendi, canoni di locazione, utenze, ecc. nonché il pagamento totale del TFR maturato dai dipendenti dal nostro insediamento sino ad oggi”.
Il Presidente Colimoro, che si è visto manifestare in questi giorni la solidarietà, l’affetto e la riconoscenza dei tantissimi giornalisti che hanno trovato in lui un punto di riferimento competente, affidabile e risolutivo di tantissime e complicate vicende lavorative, sottolinea: “Non vi è dubbio che, proprio per la scansione temporale degli eventi, il Consiglio Direttivo in carica risulta assolutamente estraneo ad ogni atto, decisione, comportamento adottato per quanto riguarda la questione della “Casina del Boschetto”. E, consentitemelo, oltre all’estraneità, noi tutti, ed io in prima persona, siamo i primi danneggiati da questa situazione paradossale, che ha travolto tutto il lavoro di costruzione, di trasformazione positiva, di sviluppo che, con impegno e fatica, eravamo riusciti a fare in questi anni, nonostante il sindacato come istituzione del mondo del lavoro viva la più grande crisi di ruolo e rappresentanza proprio per la mancanza di lavoro e di possibilità di trovarlo”.
Del resto, che il Direttivo ancora in carica non abbia nulla da temere non solo dal punto di vista della gestione trasparente ma da quello strettamente giuridico è dimostrato dal fatto che, proprio per la natura dell’Associazione Napoletana della Stampa, al pari di tutte le altre Associazioni non riconosciute, non può esserci una responsabilità personale per chi non ha avuto un ruolo nelle obbligazioni assunte dalla stessa Associazione. Obbligazioni (e debiti) che, come risulta chiaramente, risalgono addirittura a venti anni orsono. Tanto, deve sottolinearsi, in applicazione delle disposizioni agli artt: 36 e 38del Codice Civile.
E’ comprensibile, pertanto, che il Presidente Colimoro in queste ore si sia dichiarato profondamente amareggiato e disgustato dal comportamento ignobile di alcuni detrattori storici e insinuatori in malafede dell’ultima ora, che, sui social media, hanno provato a strumentalizzare una vicenda triste per l’intera categoria, avvicinando all’antica vicenda dell’Assostampa, il nome dell’attuale Presidente e dell’intero Consiglio Direttivo. Calunniatori livorosi che, con i loro meschini tentativi di sciacallaggio, lasceranno il tempo che trovano e chissà, magari anche qualche spicciolo per risarcire insinuazioni tanto menzognere quanto passibili di inevitabili querele.
I CONSIGLI DIRETTIVI ASSOSTAMPA DAL 1983 AL 2014
1983, 1984, 1985: Giacomo Lombardi (presidente); Gianni Ambrosino (segretario); Adriaco Luise (tesoriere); Mimmo Castellano; Ermanno Corsi; Nando De Maria; Egidio Del Vecchio; Roberto Marra; Augusto Muojo, Marco Pellegrini; Clodomiro Tarsia .
1985, 1986, 1987: Lello Barbuto (presidente); Gianni Ambrosino (segretario); Adriaco Luise (tesoriere); Giuseppe Calise; Mimmo Castellano; Ermanno Corsi; Egidio Del Vecchio; Giacomo Lombardi; Roberto Marra; Enzo Perez; Nando De Maria.
1989, 1990, 1991: Lello Barbuto (presidente); Roberto Marra (segretario); Franco Maresca (tesoriere); Mimmo Castellano; Enzo Ciaccio; Nando De Maria; Raffaele Indolfi; Giacomo Lombardi; Cesare Marcucci; Maurizio Romano; Clodomiro Tarsia.
1992-1993-1994: Lello Barbuto (presidente); Franco Maresca (presidente dal 18/03/1994); Roberto Marra (segretario); Franco Maresca (tesoriere); Gianni Filosa (tesoriere dal 18/03/1994); Vittorio dell’Uva; Raffaele Indolfi; Franco Landolfo; Francesco Romanetti (subentrante); Maurizio Romano; Lino Zaccaria; Mimmo Castellano; Mimmo Focilli.
1995-1996-1997: Franco Maresca (presidente); Riccardo Capece (segretario); Gianni Filosa (Tesoriere); Raffaele Indolfi; Franco Landolfo; Roberto Marra; Umberto Nardacchione; Raffaella Tramontano; Mimmo Castellano; Mimmo Focilli.
1998-1999-2000: Franco Maresca (presidente); Francesco Marolda (segretario); Gianni Filosa (tesoriere); Maria Chiara Aulisio; Santa Di Salvo; Franco Landolfo; Marco Lobasso; Franco Mancusi; Carlo Verna; Salvatore Campitiello; Mimmo Castellano.
2001-2002-2003: Franco Maresca (presidente); Gianni Ambrosino (presidente dal 01-10-2002); Enzo Colimoro (segretario); Silvio Geria (tesoriere); Enzo Calise; Corrado Castiglione; Gianni Filosa; Marco Lobasso; Giuseppe Mariconda; Salvatore Campitiello; Mimmo Castellano.
2004-2005-2007: Gianni Ambrosino (presidente); Enzo Colimoro (segretario); Silvio Geria (tesoriere); Gianni Filosa; Daniela Limoncelli; Marco Lobasso; Giuseppe Mariconda; Francesco Marolda; Renato Rocco; Salvatore Campitiello; Mimmo Castellano.
2007 (16 luglio)-2008-2009: Enzo Colimoro (presidente); Gianni Colucci (segretario); Filiberto Passananti (tesoriere); Gianni Ambrosino; Maurizio Cerino; Pasquale De Simone; Mimmo Ferrara; Carmen Fimiani; Lucia Licciardi; Mimmo Castellano; Mauro Fellico.
2010-2014: Enzo Colimoro (presidente); Cristiano Tarsia (segretario); Filiberto Passananti (tesoriere); Raffaele Auriemma; Maurizio Cerino; Carmen Fimiani; Lucia Licciardi; Billy Nuzzolillo; Enzo Ciaccio (dimissionario dal 30-11-2013), Antonio Boccia, Mario Orlando