Ci sono persone che dedicano parte della propria vita a chi soffre. Sono esseri umani rari, che potremmo senza difficoltà chiamare angeli, persone che assistono malati terminali e anziani soli, regalando un sorriso nelle comunità. Sono individui che donano amore, ma sempre nel silenzio.
Un esempio di dedizione verso il prossimo è Matilde (il nome è di fantasia, ma la storia è vera) una donna di settant’anni, catanese, che fin da piccola seguiva la madre che era una volontaria. Matilde all’apparenza è una donna esile, pesa poco più di quaranta chili, ma ha una forza dentro di sé irrefrenabile, non si ferma un attimo e nella sua vita ha aiutato centinaia di persone. Motore di questa donna è una grande fede, che la porta a servire persone che non hanno nessuno. E’ la madre di bimbi rimasti soli, è la sorella di chi è in ospedale, è l’amica vera che tutti vorrebbero. La sua storia di volontaria comincia quasi cinquant’anni fa: accanto alla madre, volontaria dell’associazione Pax Mecum, andava spesso nel settore femminile in carcere. “Andavamo a trovare – spiega Matilde- i figli dei carcerati, in via Caduti del Lavoro a Catania, dove le suore ospitavano questi ragazzi. Seguivamo anche gli anziani dell’ospedale geriatrico di Nesima “.
Sono tantissime le case di riposo dove Matilde offre la sua opera. Nelle giornate di festa lei c’è, giunge con tanti regali, uno per ogni ospite della comunità che visita. Se c’è una casa famiglia con cinquanta persone, lei ha regali per cinquanta persone, un dono pensato per ogni ospite. Un maglione, un libro, dei dolci, si informa dei gusti di ognuno e porta i doni che ognuno ha nel cuore. Lei ha un parametro: più la persona è sola, disperata e più lei è presente con doni, ascolto, gesti affettuosi. Matilde è anche una grande cuoca, qualità che mette a disposizione di le persone che non hanno nessuno. Suo piatto forte sono la crema al cioccolato e alla vaniglia (da leccarsi le dita!) e ogni volta che porta questo dolce è una gran festa nella casa famiglia “Oasi della Divina Provvidenza”. Alcuni ospiti quando la vedono da lontano, le corrono incontro per abbracciarla. Matilde è anche volontaria dell’Avulss (Associazione per il Volontariato nelle Unità Locali Socio Sanitarie) ed è sempre presente nelle corsie degli ospedali, nelle case di cura, per individuare chi è solo e ha bisogno di aiuto. Per lungo tempo Matilde è stata accanto a Robert, un senza fissa dimora tedesco, che avevano ricoverato per amputargli una parte della gamba. Robert è stato un alcolista e nel suo ultimo ricovero Matilde gli è stata accanto fino alla fine, imboccandolo (ormai non riusciva nemmeno ad alzare le braccia), ogni giorno lei era lì, per farlo mangiare.
E’ stata anche vicino a Mario, un ragazzo con l’aids che aveva litigato con la famiglia, aveva tentato il suicidio buttandosi dalla finestra e Matilde lo andava a trovare cercando di dargli speranza e regalandogli tante piccole attenzioni. Parlando con lei trapela vivo il ricordo delle persone che ha aiutato come Carolina, che aveva il “lupus eritematoso”, una sorta di lebbra; o di Teresa, con l’encefalite, che aveva spesso convulsioni e finiva in coma. Matilde è, per le persone con malattie gravi, anziani abbandonati, disabili dimenticati, la luce… la luce della speranza e del conforto.