“Alessandro Magno si fece appresso a Diogene, andandosi a mettere tra lui e il sole. “Io sono Alessandro, il gran re”, disse. E a sua volta Diogene: “Ed io sono Diogene, il cane”. Alessandro rimase stupito e chiese perché si dicesse cane. Diogene gli rispose: “Mi dico cane perché faccio le feste a chi mi dà qualcosa, abbaio contro chi non dà niente e mordo i ribaldi.”
Diogene cercava l’uomo, noi CERCHIAMO LA COMPAGNIA.
La Compagnia che sia disposta, indipendentemente da leggi, decreti e disposizioni delle Authority che impongano alle imprese assicurative correttezza e trasparenza, a garantire operazioni cristalline nei comportamenti e nella redazione delle tariffe. Sì, perché, e lo abbiamo detto un’infinità di volte, se le polizze sono salatissime e al sud hanno addirittura prezzi da “rapina”, la colpa non è , o almeno non è solo degli automobilisti italiani. C’è sicuramente, e non può non esserci, anche una responsabilità delle Compagnie. Ma di questo non si parla mai. Soprattutto non ne parla il Governo che ,invece di indagare sulle cause del problema sociale Rca, preferisce sfornare decreti placebo che, come l’ultimo, non risolvono niente o, comunque, non risolvono il problema alla radice . Fortunatamente, però, ne parlano le Authority, in particolare ne parlano uomini come il Presidente dell’Ivass Rossi e il consigliere Cesari, ma anche l’Antitrust .
Non vogliamo fare “di tutta l’erba un fascio”… ma riteniamo che, se le sanzioni dell’Ivass ammontano, in media, a 25 milioni l’anno, di Compagnie scorrette ce ne siano e ce ne siano state. Molte o poche non ha importanza visto l’enorme peso che, comunque, hanno le conseguenze delle loro azioni sulle tasche degli italiani. “Le tariffe italiane sono le più care d’Europa” – a forza di ripeterla,questa macroscopica inaccettabile situazione, ha quasi perso il suo tragico valore .
Le possibili soluzioni
In concreto cosa si può fare per cercare di risolvere il problema?
Il Consigliere dell’Ivass, Riccardo Cesari, propone la sua “ricetta” in 10 punti:
1. Vigilanza sull’attività antifrode delle imprese,
2. archivio Integrato Antifrode,
3. “dematerializzazione” dei contrassegni assicurativi e degli attestati di rischio,
4. risarcimento diretto e nuovo criterio delle compensazioni,
5. regolamentazione del danno alla persona: la tabella unica nazionale per le “macropermanenti”,
6. potenziamento del risarcimento del danno in forma specifica,
7. scatola nera,
8. termine di decadenza per le richieste di risarcimento tardive,
9. interventi sulla cessione del credito,
10. contratto-base e trasparenza tariffaria.
Anche noi vogliamo proporre una soluzione: un “patto di alleanza” tra Compagnie e Consumatori.
Un patto che si basa soprattutto su due punti richiamati dal Consigliere Cesari: la “Vigilanza sulle attività antifrode delle compagnie” e su quella che abbiamo richiamato moltissime volte: la “trasparenza tariffaria” , da sempre avvolta in un fitto mistero, al punto che la Commissione europea sta avviando un’indagine sui prezzi in Italia, mettendo sotto la lente la trasparenza nel meccanismo di calcolo e determinazione delle tariffe, che, stando a quanto affermato da alcune associazioni dei consumatori, in 18 anni (1994-2012) sarebbero cresciute di tre volte passando da 391 euro a 1.350 euro. Dato che stride in maniera evidente con quello relativo alla riduzione del 48,5% (tra il 2001 e il 2012) delle vittime della strada con una variazione del numero dei morti da 7.096 a 3653. L’Italia, pur trovandosi, con queste cifre, al tredicesimo posto nella graduatoria europea, dietro Regno Unito, Spagna, Germania e Francia, detiene il primo posto nella graduatoria delle tariffe RCA più alte. Non è normale! ( ma c’è qualcosa di normale nel nostro paese?)
Il nostro “patto” è una specie di…. “Magna Charta” in 6 punti che parla, come per i prodotti alimentari, di “prodotti genuini, biologicamente ecocompatibili” dove l’etichetta indica quali e quanti elementi lo compongono. E’ questo il “prodotto” che proponiamo alle 54 Compagnie italiane e alle 12 straniere. Non ci crediamo molto ma, se queste aderissero, potrebbe funzionare meglio di qualsiasi pubblicità più o meno accattivante, che ripetutamente appare nelle reti TV, e darebbe una spinta alla soluzione del problema.
La nostra “Magna Charta”.
Nel nostro “patto di alleanza” le compagnie aderirebbero ad una serie di punti fermi sulla trasparenza come:
1. non evadere l’obbligo a contrarre né al Sud, né in qualunque altra parte d’Italia;
2. non inserire tra i costi aziendali quelli relativi alle sanzioni comminate da qualsiasi Authority;
3. non pagare un sinistro in “odore di truffa” e non inserire tra i costi aziendali, spalmandolo poi sulle tariffe, il risarcimento eventualmente pagato al danneggiato;
4. accantonare riserve sinistri nell’ambito di corrette previsioni successivamente rigorosamente “pareggiate” (riscontrate) con i sinistri effettivamente pagati;
5. essere disposta a consegnare al cliente una “nota informativa” con la dichiarazione: “la tariffa Rca non contiene caricamenti relativi alle truffe dall’Impresa solo percepite e alle sanzioni comminate dalle Authority”,
6. utilizzare nel più breve tempo possibile il “bilancio digitale”.
Una provocazione? Può darsi, ma se le adesioni arriveranno, saranno pubblicate dando il massimo risalto alla disponibilità della Compagnia, alla sua storia e a tutto ciò che ci chiederà di mettere in risalto.
La nostra promessa
Lo scorso anno abbiamo fatto una promessa ai nostri lettori-assicurati: non smettere mai di chiedere, a chi ha il potere di intervenire – Governo, Ivass, Antitrust e oggi anche alle Compagnie- una DIVERSA LETTURA dell’ enorme problema sociale, dalle mille sfaccettature, rappresentato dal costo delle polizze Rca.
Chiedere un’assicurazione…. “biologicamente ecocompatibile” è mantenere fede, ancora una volta, alla nostra promessa.