ROMA. Si svolge dal 15 al 22 giugno, alla Casa del Cinema e alla Multisala Intrastevere di Roma, la 2.0 e ultima edizione di Arcipelago – Festival internazionale di cortometraggi e nuove immagini. Il cruciale anniversario del ventennale coinciderà infatti con la conclusione di una lunga ed entusiasmante esperienza che, dal 1992 a oggi, ha visto la manifestazione romana dedicata ai nuovi formati e alle nuove tendenze del cinema indipendente affermarsi rapidamente fino a diventare la più seguita e celebrata sul piano nazionale. “Dopo vent’anni trascorsi alla ricerca instancabile di giovani talenti, italiani e non, dando un serio contributo al rinnovamento delle leve del nostro cinema e all’indagine sui nuovi linguaggi destinati a trasformare il racconto cinematografico – sostengono gli organizzatori, per voce del direttore artistico Stefano Martina -, sono ormai venute a mancare del tutto (se mai ci sono state davvero in misura accettabile) le condizioni per continuare il nostro lavoro. All’incertezza cronica delle fonti pubbliche di sostegno economico, aggravata ormai oltre ogni limite da una crisi finanziaria devastante che vede la Cultura – come sempre in Italia – in cima all’elenco delle vittime, si sono sommati da alcuni anni ritardi decisionali sempre più prolungati e critici, che riteniamo ormai assolutamente insostenibili. Nessuna attività, culturale o meno, in nessun Paese al mondo, può sopravvivere senza un minimo di progettualità. In nessun Paese civile, a parte il nostro, si può lontanamente immaginare di poter inaugurare una manifestazione nella più totale mancanza di certezze rispetto al suo budget. Ed è proprio quanto, soprattutto quest’anno, sta invece accadendo ad Arcipelago. E a troppe altre pregevoli e collaudate iniziative culturali italiane.” Ma la fine forzata di questo importante ciclo ventennale non comporterà necessariamente la scomparsa della rassegna capitolina, che pensa piuttosto a reinventarsi ben oltre la formula – peraltro ormai sempre più inadeguata e logora – del Festival annuale. “Arcipelago – continua infatti il direttore – ne approfitterà per ripartire con rinnovata convinzione dalla sua filosofia originaria di concept festival, capace di trasformarsi in sintonia con gli scenari che esplora. In un certo senso, Arcipelago si darà alla macchia, entrerà in clandestinità. Muterà cioè in un evento liquido e diffuso (temporalmente e geograficamente), preferendo alle tradizionali ‘battaglie campali’ le più agili e meno costose forme della guerriglia: rapide incursioni e agguati digitali, imboscate tematiche e delocalizzazioni repentine, in luoghi, momenti dell’anno e forme di volta in volta diversi, tra online e offline. Insomma, dopo Arcipelago 20, o – meglio – 2.0, verranno Arcipelago 2.01, 2.02, 2.10, 3.0 e così via. Una sorta di evento plurale e fluido che – come un software – avrà aggiornamenti periodici e nuove versioni vere e proprie, piuttosto che un unico appuntamento annuale concentrato in uno stesso luogo e in un preciso momento, con tutto quello che ne consegue in termini di ‘pesantezza’ economica e organizzativa. Sarà insomma un neo-festival, calvinianamente leggero e programmaticamente mobile. Irregolare e anomalo com’è sempre stato. Ancora una volta, come vent’anni fa, un next-generation festival”. A segnare questo nuovo inizio, oltre che per festeggiare insieme il ventennale, Arcipelago ha chiamato un gruppo di cineasti tra i più vicini al Festival, chiedendo loro di realizzare un micro-corto (un filmòide) di un minuto e dintorni, nella più totale libertà tematica ed espressiva. Con un unico vincolo: non essere un corto “celebrativo”. In poco più di un mese è nata Un minuto al termine, una sorprendente e variegata collezione di 11 cortometraggi inediti (e altri se ne aggiungeranno in seguito): una vera e propria antologia di generi, linguaggi e umori narrativi firmata da Mario Amura, Gianluca Arcopinto, Pappi Corsicato, Chiara Malta, Davide Marengo, Paola Randi, Bruno & Fabrizio Urso, Edoardo Winspeare. E anche dal neo-David di Donatello Simone Massi, il cui poetico pettirosso animato si alzerà in volo all’inizio di ogni proiezione del Festival. In anteprima su Repubblica.it dallo scorso 8 giugno, gli undici filmòidi verranno proiettati alla Multisala Intrastevere, per poi diffondere il duplice messaggio di solidarietà con Arcipelago e di sostegno al suo nuovo corso attraverso una diffusione virale su Web e canali tv, oltre che nel circuito delle rassegne cinematografiche – non ultima la kermesse estiva Cineporto, che tra Luglio e Agosto celebrerà il suo venticinquennale gemellandosi con Arcipelago e dedicandogli tre giorni di programmazione. L’evento centrale del programma della 2.0 e ultima edizione del Festival (in particolare delle giornate della Casa del Cinema, che per la prima volta ospita una parte della rassegna) è la retrospettiva Focus Polonia, organizzata in collaborazione con il Polish Film Institute, la Krakow Film Foundation, la Scuola Nazionale Polacca di Cinema, Teatro e Tv di Łòdź, e l’Istituto Polacco di Roma: quattro programmi (15 titoli) che racchiudono l’eccellenza della più recente “produzione breve” polacca, storicamente supportata da un sistema formativo rigoroso e di grande prestigio (se ne discuterà in una tavola rotonda il 19 Giugno, all’Istituto Polacco, in presenza del rettore della Scuola di Łòdź, Robert Glinski), che ha forgiato diverse generazioni di straordinari cineasti di fama internazionale. Ad alcuni di questi – Andrzej Wajda, Krzysztof Kieslowski, Jerzy Skolimowski, Krzysztof Zanussi, Roman Polanski e Zbigniew Rybczynski, tutti cresciuti tra gli anni Cinquanta e Settanta appunto a Lòdź – è anzi interamente dedicato il quinto programma del Focus, che tra i suoi 11 film scolastici ne comprende alcuni raramente o mai proiettati in Italia, come Erotyk e Pieniadze albo zycie (O la borsa, o la vita) di Skolimowski, Kwadrat (Quadrato) del premio Oscar Rybczynski, Kiedy ty spisz (Quando dormi) di Wajda, Tramwaj (Il tram), Urzad (L’ufficio) di Kieslowski e Smierc Prowincjala (Morte di un Provinciale) di Zanussi, il quale sarà anche presente all’inaugurazione della retrospettiva, il 15 giugno alle 21, alla Casa del Cinema. All'”animatore resistente” Simone Massi, appunto fresco vincitore del David per il Miglior Cortometraggio 2012, il Festival ha invece riservato una personale completa delle sue 17 preziose opere, acclamate in tutto il mondo e vincitrici di oltre 200 premi internazionali – da Immemoria del 1995, a Nuvole, mani (selezionato a Venezia nel 2009 e menzione speciale ai Nastri d’Argento 2010), fino al recente, straordinario Dell’ammazzare il maiale, che gli è appunto valso l’Oscar del cinema italiano. Marchigiano schivo, ispirato e irriducibile sostenitore di un cinema d’animazione pittorico e artigianale, Massi, 42 anni, è l’autore che ad Arcipelago ha collezionato in assoluto il maggior numero di riconoscimenti (Miglior Contributo Artistico per Il giorno che vidi i sorci verdi – Parte I nel 2001, Miglior Cortometraggio Italiano per Tengo la posizione l’anno successivo e Premio Speciale della Giuria internazionale per Nuvole, mani nel 2010), e farà inoltre parte della giuria del concorso internazionale The Short Planet. Nel palinsesto di Arcipelago 2012 trova posto anche – a due anni esatti dalla sua prematura scomparsa, avvenuta il 16 giugno 2010, e in collaborazione con l’Associazione che porta il suo nome, guidata dalla moglie Margherita – un affettuoso ricordo di Corso Salani, al quale è intitolata l’intera edizione 2012 del Festival, e che di Arcipelago è stato – sia come regista, sia come semplice spettatore – uno dei primi e più costanti aficionados. Di Salani, proprio il 16 giugno verrà proiettato il lungometraggio “polacco”, quel Gli occhi stanchi che venne presentato al Festival nel 1996, e che lui stesso considerava la sua opera migliore, mentre il 20 giugno è in programma la sua ultima regia, I casi della vita. Come avviene ormai da alcuni anni (sei, per la precisione), uno spazio significativo è riservato dal Festival a quei lavori che in diverse forme e modi si occupano di puntare il dito su temi sociali che mettono in discussione, o addirittura ledono gravemente, i diritti più elementari e non negoziabili delle persone – dai diritti umani a quelli civili, dal lavoro all’istruzione, dalla libertà sessuale a quella politica o di espressione. Di questo si occuperanno i dodici film selezionati nell’Evento Speciale Tutti i Diritti del Mondo 6, dove forte è ovviamente la presenza di lavori che denunciano le condizioni dei migranti e dei rifugiati: tra questi, Stateless e 25e’me gouvernorat (sui profughi dal conflitto in Libia e su quelli in fuga dalla Tunisia), ma anche Aula 3, Aicha è tornata, Jovid e – unica fiction tra tanti documentari – La decima onda, con Giorgio Colangeli. Non mancano – dati i tempi di crisi – anche le testimonianze sull’esclusione dal lavoro (La fabbrica è piena e Licenziata!), come pure le dure denunce sulle condizioni carcerarie in Italia (148 Stefano, sulla ignobile vicenda che ha portato alla morte in cella di Stefano Cucchi, e Giustamente) e i tentativi di dar voce a coloro che non ne hanno, come i bambini vittime di abusi sessuali (l’animazione Nana Bobò). All’elemento multiculturale di questa sezione è legata inoltre la partnership con il canale Sky Babel Tv, che ha scelto Arcipelago per presentare – la mattina del 20 giugno – la sua ricca programmazione dedicata al Ramadan, che quest’anno cade tra luglio e agosto, e articolata in popolari serie tv di produzione siriana e programmi musicali. Completa il programma di eventi collaterali di Arcipelago – oltre al workshop “Scattare” un film. Il cinema delle reflex Hdslr, organizzato in collaborazione con Canon e Sabatini – la vetrina autogestita che ormai da ben oltre un decennio, con lo spazio Carta bianca, il Festival offre al Dams dell’Università Roma Tre, per il quale i curatori hanno selezionato sei lavori tra i più significativi del Roma Tre Film Festival. Un programma, anzi due, da tener d’occhio: è infatti dal DAMS di Roma Tre che negli ultimi anni sono emersi alcuni dei giovani talenti più interessanti – tra questi, Claudio Giovannesi, Chiara Malta e Piero Messina – scoperti e poi seguiti e sostenuti dal Festival. Impossibile scendere nel dettaglio dei singoli film selezionati quest’anno nelle sezioni competitive, su un totale di ben 158 titoli in programma. Basterà citare – per il Concorso Internazionale The Short Planet, dove fa spicco un numero insolito di commedie, musical e horror – l’anteprima italiana di Deragliamenti di Chelsea McMullan, una produzione Fabrica sul mitico progetto felliniano mai realizzato Il viaggio di Mastorna, rievocato da Milo Manara, e alcuni nomi di vaglia come John Hurt (nel corto inglese Love at First Sight), il premio Oscar Danis Tanovic (regista di Prtljag, sul dramma dei sopravvissuti alla tragedia bosniaca), Tom Waits e Terry Gilliam (che prestano le loro voci al magnificente musical animato The Monster of Nix, del Tim Burton europeo, Rosto) e il duo William Joyce e Brandon Oldenburg, raffinati artefici di The Fantastic Flying Books of Mr Morris Lessmore, ultimo Oscar per il Miglior Corto d’Animazione. Nella competizione nazionale CON/CORTO, non più riservata ai soli film inediti e, al contrario dei film internazionali, significativamente percorsa quest’anno da una robusta vena drammatica e pessimista, figurano – tra gli altri – La casa di Ester di Stefano Chiodini (sulla violenza domestica, con Cecilia Dazzi), Tiger Boy di Gabriele Mainetti (altra storia di abusi, ma sull’infanzia), l’omaggio a Blade Runner di The Technician del milanese Luca Cerlini, il commissario Giuseppe Cederna di Echoes, diretto da Andrea La Mendola, il ritorno alle radici siciliane dei figli di Frank Zappa, Dweezil e Diva, guidato da Salvo Cuccia nel documentario 1982. L’estate di Frank, e l’omaggio dedicato da Licio Esposito, con l’animazione Munnizza, ai fratelli Peppino e Giovanni Impastato. Per quanto riguarda il Concorso Documentari Extra Large, i “vari gradi di senilità” raccontati da Duccio Chiarini (Hit the Road, nonna) e Vincenzo Mineo (Zavorra) si confrontano soprattutto con i video-ritratti, spesso d’autore (Letters from Palestine di Ludovica Fales, Giusva di Francesco Patierno, Figli di chi si amava di Aurelio Grimaldi), mentre nella vasta carrellata di generi ospitata dalla panoramica Itinerari si distingue tra gli altri lo scrittore Erri De Luca, nelle vesti di protagonista del corto di Andrea Di Bari Di là dal vetro. Una seguito autunnale nel circuito delle Biblioteche di Roma sarà assicurato ad Arcipelago dalla collaborazione con Mediateca Roma e Roma Multietnica, con una rassegna che racconterà la Capitale attraverso gli occhi dei suoi cittadini di origine straniera.