Correva l’anno 2005: i social network e, in generale, il web 2.0, introducevano una vera rivoluzione nel mondo del recruiting aziendale. LinkedIn era già online da quasi 2 anni, precisamente dal 5 maggio 2003, permettendo ai primi precursori del mondo digitale di inoltrare le loro richieste di lavoro a aziende con cui prima avrebbero trovato molta più difficoltà dialogare.
Trovare e coinvolgere talenti; un paradigma che cambia
I motivi sono essenzialmente questi:
✔ il mondo del lavoro si sta lentamente verticalizzando verso competenze molto tecniche: le call to action per la ricerca del personale, anche se ben costruite e specifiche, non riescono da sole a verificare l’effettiva capacità del candidato;
✔ strettamente legato al punto sopra, i candidati con competenze tecniche elevate sono pochi e quindi molto ambiti dalle imprese, che proprio per questo si adoperano in prima persona nella ricerca e selezione;
✔infine, oggi è lo stesso professionista che adopera una selezione delle aziende per cui sarà disposto o meno lavorare, informandosi sulle stesse tramite pagine social, sito web e il tradizionale passaparola.
Dimenticate quindi il modello offerta di lavoro – candidatura.Questo approccio, definito Advertise & Applynel mondo HR, non è più sufficiente. A dirlo sono le stesse agenzie di selezione: Hays, nota azienda di recruiting, giusto l’anno scorso focalizzava l’attenzione su un nuovo modello, sintetizzabile nella forma Find & Engage. Tradotto, trovare e coinvolgere talenti: segno di un cambio di paradigmache allo stesso tempo trasferisce più poteri nelle mani del candidato e pone le imprese non come mero soggetto passivo, ma come autrici del processo di ricerca. Nel futuro insomma saranno i selezionatori a individuare i prescelti, anche fra chi sta già lavorando e non è interessato a cambiare lavoro.
Find & Engage: elogio dei Big Data
Ma la vera e grande rivoluzione che l’approccio Find & Engage presuppone è il rapporto che il recruiter dovrà costruire per un periodo prolungato con i candidati, dando vita a un dialogo, reale o virtuale, attraverso i social network, con persone che potrebbero diventare le prescelte per una posizione in futuro. E questa, pensandoci attentamente, è esattamente la direzione dove punta una piccola rivoluzione avvenuta proprio in questi giorni.
Stiamo parlando del nuovo algoritmo di LinkedIn.
Digital Recruiting: il cambio algoritmo di LinkedIn
Un modo velato per avvicinare e semplificare il contatto tra HR e candidato? Non abbiamo ancora abbastanza elementi per poterlo affermare, ma questo cambio algoritmo sembra puntare deciso in questa direzione.
Digital Recruiting: software di nuova generazione
Vediamo alcuni esempi:
- Just Knock: la selezione del candidato su questa piattaforma non avviene tramite CV ma sulla base di proposte e progetti presentati. Non sono dunque le certificazioni a fare la differenza, ma quanto realmente il talento e le idee del candidato si dimostrino attinenti ai bisogni specifici dell’azienda.
- Reallyzation: questo strumento – idea di un’azienda Italiana – si volta totalmente alla verticalità, concentrandosi sul settore ICT, notoriamente difficoltoso per i recruiter a causa della mancanza di laureati in queste materie e alla grande varietà di linguaggi e possibilità di specializzazione che contraddistinguono la professione. Grand attenzione è posta alla relazione tra azienda e candidato, che possono incontrarsi solo se manifestano reciproco interessee.
- Employerland: concludiamo in questo sito pioneristico, dove non solo non esistono cv e application, ma l’azienda e i candidati si trovano grazie ad una piattaforma di gaming, in cui è contenuta una vera e propria città virtuale tutta da visitare e esplorare, alla ricerca della giusta professione.
E voi siete pronti ad abbandonare candidature e colloqui “vecchia maniera”?