L’ANF ha infatti proceduto, riunito il Consiglio nazionale a Roma, all’elezione dei nuovi organi dirigenti.
Eletto per il prossimo triennio alla carica di Segretario Generale, l’avvocato Luigi Pansini.
Il Segretario dell’ANF, 46 anni, è avvocato civilista e fallimentarista a Bari, dove è stato dirigente della sede locale dell’associazione, da oltre 10 anni tra i protagonisti della vita politica forense, già componente dell’ultimo direttivo nazionale di ANF.
Pansini succede a Ester Perifano, segretario dell’Associazione negli ultimi 6 anni.
“Onorato della fiducia che l’Associazione ha riposto in me, sono consapevole dell’impegno che mi attende. Vado ad affrontare questo triennio animato dalla voglia di portare avanti le istanze di ANF, che sono quelle della grandissima maggioranza degli avvocati italiani, impegnati ogni giorno a difendere i diritti dei cittadini” ha dichiarato il neo segretario.
Il primo intervento del segretario è stato sulla mediazione:
“La mediazione come sistema alternativo al processo non sta producendo i frutti che molti speravano, ma per valorizzare questo istituto sarebbe opportuno imboccare la strada giusta, che è quella del superamento dell’obbligatorietà e del rafforzamento della cultura della conciliazione, invece assistiamo a episodi dove un giudice, con piglio inaspettatamente invasivo, ne vuole condizionare il procedimento. Suscita, infatti, fortissime perplessità in tal senso la recente ordinanza del 23 giugno scorso del Tribunale di Vasto in materia di mediazione e formulazione della proposta conciliativa, che interviene nonostante il mancato raggiungimento dell’accordo” ha dichiarato Pansini.
“Il provvedimento del tribunale abruzzese – continua Pansini – sembra addirittura andare oltre quella che potrebbe essere l’idea del rafforzamento della proposta conciliativa del giudice ex art. 185 bis cpc: indica quale comportamento il mediatore, al di fuori del processo, dovrà tenere e a quale organismo le parti si dovranno rivolgere affinché un tentativo di conciliazione possa ritenersi effettivamente esperito, snaturandone quindi l’essenza stessa, e mette al bando gli organismi i cui statuti prevedono clausole limitative della facoltà del mediatore di formulare una proposta conciliativa”.
“In Parlamento – aggiunge Pansini – è in discussione il ddl Berruti, che intervenendo nuovamente sul processo civile, prevede la valorizzazione della proposta di conciliazione del giudice e, in sede di audizione, ANF ha già sottolineato l’importanza che una simile previsione non si traduca in un eccesso di dirigismo che pieghi le parti ad un accordo ‘prendere o lasciare’.”
“Sbaglia chi vuole rappresentare l’avvocato come il professionista impegnato a coltivare strenuamente una controversia, perché egli ha tutto l’interesse a soddisfare in maniera rapida le esigenze del cliente, la stessa mediazione va valorizzata e il radicamento della relativa cultura richiede tempo, ma ciò non vuol dire che si possa soffocare la tutela dei diritti di cittadini e imprese in nome di una giustizia ‘usa e getta’.
Viceversa – conclude Pansini – sembra affiorare il tentativo di subappaltare al mediatore lo svolgimento di un compito, quale quello di formulare una attenta proposta, che invece la legge richiede al giudice all’interno del processo e dopo lo studio del fascicolo”.