Il Consiglio nazionale forense: “il metodo del dialogo rende più vicini gli obiettivi di risanamento del sistema e di rilancio della professione”.
Il presidente e il consigliere segretario del CNF, Guido Alpa e Andrea Mascherin, hanno partecipato oggi all’incontro convocato dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando, insieme con le Associazioni forensi, per individuare nuove prospettive e nuovi modelli per l’avvocatura del futuro, da affiancare a quelli tradizionali, in relazione al nuovo quadro socio-economico.
I temi trattati nell’incontro sono stati quelli dell’accesso alla professione, dell’organizzazione degli studi legali; e anche delle funzioni proprie dell’amministrazione pubblica che possono essere affidate in via sostitutiva agli avvocati.
Il CNF, in vista dei gruppi di lavoro che sui singoli temi lavoreranno sotto la regia del Ministro Guardasigilli e in funzione preparatoria di tali tavoli, è già impegnato in incontri preliminari con gli Ordini e le Associazioni.
Il CNF ritiene innovativo e quasi rivoluzionario nella sua semplicità, il metodo dell’ascolto e del dialogo con tutti i protagonisti del sistema giustizia inaugurato dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando. Metodo che rende più vicino il raggiungimento degli obiettivi di risanamento del sistema giudiziario e di rilancio della professione forense, fermo il potere di decisione finale che spetta al Guardasigilli.
In questi due giorni di lavoro al Ministero della Giustizia, il primo con avvocati e magistrati sulla riforma del processo civile; il secondo con il CNF e le rappresentanze associative dell’Avvocatura finalizzato ad individuare soluzioni per il rilancio della professione forense, sono stati raggiunti buoni risultati in termini di focalizzazione e analisi dei problemi che agitano il settore e di individuazione delle soluzioni operative più condivise possibile.
Il Ministro ha ben colto, dimostrando l’impegno concreto sin dalle prime battute del suo incarico, l’importanza di ricostruire le condizioni dell’ascolto e dunque del dialogo con tutti i soggetti che “fanno vivere la giurisdizione”, come egli stesso ha sottolineato intervenendo al IX Congresso CNF.
E’ chiaro anche che la decisione finale sulle soluzioni proposte spetta al Ministro della Giustizia, che saprà fare tesoro e sintesi di tutte le evidenze emerse in questi giorni.
Un incontro fortemente voluto dall’Associazione dei giovani avvocati italiani per parlare delle esigenze normative che la nuova figura di avvocato, capace di fornire un servizio professionale di qualità e di supporto delle reali esigenze della società italiana, richiede. Un incontro di oltre due ore, dalle 14,45 alle 17, in cui si è parlato delle tre priorità poste dall’avvocatura: accesso alla professione, funzioni sussidiarie di competenza della pubblica amministrazione, nuove forme di esercizio della professione. Il ministro ha annunciato la necessità di dar vita a un tavolo ampio di riforma dell’avvocatura che si articolerà ora in sette tavoli ristretti.
“Dobbiamo puntare sull’incentivazione del merito e della qualità della formazione nella fase universitaria attraverso una riforma del percorso di studi – dichiara Nicoletta Giorgi presidente di AIGA, associazione italiana dei giovani avvocati – . Il giovane laureato deve essere in grado di affacciarsi alla professione con la preparazione necessaria perché i 18 mesi di tirocinio vengano svolti nel modo più proficuo e sia in grado di operare scelte ponderate sull’attività che vuole intraprendere. Lo svolgimento del tirocinio e della prima fase successiva al conseguimento del titolo di avvocato, spesso di durata molto ampia, deve essere disciplinata in modo da eliminare l’attuale “abuso di posizione”. Un abuso che non si estrinseca solo nell’inesistenza o ridotto trattamento economico ma anche nel mancato riconoscimento delle primarie tutele a fondamento di ogni rapporto di parasubordinazione, quale è quello che spesso si instaura all’interno degli studi”.
“Il governo, che ai sensi della legge 247/12 dovrà pronunciarsi sullo svolgimento del tirocinio, dovrà tenere conto dello stato dei fatti e non della teoria del codice deontologico”, sottolinea Nicoletta Giorgi.
Il ministro dovrà anche individuare le categorie di professionisti con cui gli avvocati potranno costituire le associazioni multiprofessionali. A proposito di questa operazione Nicoletta Giorgi sottolinea che “l’attenzione dovrà essere rivolta ai giovani professionisti e all’incentivazione della rete e dello scambio di sinergie. Ci auguriamo che non ci si limiti ad una elencazione tassativa ma consenta l’individuazione di principi generali che permettano una effettiva multidisciplinarietà”.
Positiva anche la reazione dell’Associazione nazionale forense.
“Apprezziamo il cambio di passo del Ministro Orlando che, anche diversamente da qualche suo predecessore, dimostra di avere a cuore l’ interlocuzione con l’avvocatura.
Il Ministro ha proposto tavoli operativi, ai quali approfondire le tematiche delle società professionali e multiprofessionali, le specializzazioni, la riforma universitaria l’accesso e il tirocinio della professione, la difesa d’ufficio, il patrocinio a spese dello stato, la degiurisdizionalizzazione e il contributo dell’avvocatura alla giurisdizione.
I tavoli saranno attivati al massimo entro 20 giorni e non saranno chiusi, ma aperti al confronto con altre componenti della società”.
Ha dichiarato il segretario generale dell’ANF Ester Perifano dopo l’incontro con il ministro.
“Si tratta – continua Perifano – di proposte estremamente stimolanti, a seguito delle quali l’avvocatura potrà portare dentro il Ministero la propria voce e le proprie proposte.
L’ avvocatura e’ disponibile a contribuire alla soluzione di problemi che non sono certamente ad essa attribuibili, ma deve esserne riconosciuto il ruolo essenziale, sia nella giurisdizione che all’interno dei sistemi alternativi di risoluzione delle controversie, che, ove necessario e utile, in un ruolo sussidiario o sostitutivo della PA”.
“Si tratta dunque un’agenda su cui occorrerà lavorare intensamente, ma confidiamo possano esserci, nell’interesse degli avvocati e dei cittadini, prospettive finalmente soddisfacenti, anche grazie all’apertura di credito chiestaci dal giovane ministro e dalla sua promessa di massimo ascolto” – conclude Perifano.